SECONDO GOLDMAN Sachs Research, l’impatto dell’Intelligenza artificiale sul Pil mondiale sarà del 7% entro il 2033: un trend che le grandi aziende non possono sottovalutare. Non fanno eccezione il settore finanziario e quello bancario dove si respira un grande fermento. Per non parlare del private banking. In prima linea c’è Banca Generali che sta sperimentando l’intelligenza generativa all’interno dei processi aziendali, nell’organizzazione del lavoro e in alcune aree specifiche come nei processi organizzativi, nelle soluzioni a supporto informativo e reportistica dei consulenti, così come nel digital marketing, facendo dell’innovazione una vera e propria leva di competitività. Nella private bank guidata da Gian Maria Mossa sono già partiti diversi tavoli di lavoro per testare l’integrazione dell’Ai nei modelli di servizio. Obiettivo: uniformare e aumentare la qualità delle risposte nell’assistenza prima alla clientela e, poi, direttamente ai consulenti finanziari riducendo anche i tempi per ottenere le informazioni.
Un lavoro che parte dai dati, su cui l’Intelligenza artificiale può effettuare analisi con un’ampiezza, velocità e una precisione senza paragoni. Un approccio data driven che la private bank del Leone, forte di quasi 100 miliardi di masse in gestione e circa 2.300 consulenti finanziari, persegue ormai da molti anni grazie al grande lavoro fatto in primis sulle persone, protagoniste nel guidare l’innovazione. "Il digitale come cultura della competitività e dell’innovazione è un paradigma fondamentale nel nostro settore, e direi più in generale nella crescita delle aziende. Per questo abbiamo creato dei percorsi dedicati per tutte le persone di banca con l’accesso a contenuti e strumenti, in grado di favorire il confronto e la progressiva integrazione nel proprio lavoro dei modelli più efficienti" – spiega Valentina Frezza (nella foto), responsabile della Direzione Hr di Banca Generali –. Per una realtà come la nostra parte del Gruppo Generali che ha al centro il capitale umano, è essenziale che parta dalle persone l’opportunità fornita dall’innovazione, cogliendo i principali trend di sviluppo come l’Ai che ha applicazioni molto concrete e rappresenta sicuramente un acceleratore del cambiamento".
E così la banca ha creato dei veri e propri ambasciatori digitali per diffondere e accelerare la cultura dell’innovazione in azienda, ha programmato un hackathon Innovation Day dedicato alle possibili implementazioni dell’Ai, organizzato training specifici per senior manager e senior talent, organizzato dei Business Aperitif che vogliono configurarsi come un osservatorio sui trend sociali e di mercato attuali. Il motivo di questo impegno è presto detto. Secondo il Deloitte Global Gen Z e Millenial Survey 2024, la Gen Ai è utilizzata sul lavoro dal 16% della GenZ e dall’11% dei Millennial; e meno della metà pensa che il proprio datore di lavoro li stia formando adeguatamente. Interrogati su quali emozioni susciti in loro la Generative Ai, il 29% dei GenZ esprime ’incertezza’, il 28% ’fascinazione’ e il 22% ’eccitazione’. Più tiepido il giudizio dei Millennial, che si dichiarano per il 33% ’incerti’, per 21% ’affascinati’ e per il 17% ’confusi’.
La Gen Ai, inoltre, potrebbe aiutare a "liberare tempo che si può usare per lavori più creativi e strategici": lo pensa il 47% della GenZ (78% tra gli utilizzatori frequenti) e il 40% dei Millennial (71% tra chi la usa spesso). Oltre ai vantaggi emergono anche alcuni timori: il 46% Gen e il 41% Millennial pensa che la GenAI potrebbe "richiedere una riqualificazione professionale e impattare sulle decisioni di carriera", mentre il 55% della GenZ e il 52% dei Millennial pensa che la GenAI potrebbe "causare l’eliminazione di posti di lavoro". Inoltre, meno della metà dei giovani pensa che il proprio datore di lavoro li stia adeguatamente formando sulle potenzialità, sui vantaggi e sul valore della GenAI. "Crediamo che un impiego consapevole e guidato della Generative Ai possa rendere il posto in cui si lavora migliore sia dal punto di vista della creatività, della qualità e dell’efficienza, sia dal punto di vista dell’equilibrio vita-lavoro", aggiunge la manager della banca del Leone.
Per favorire l’immersione e la crescita nella nuova cultura dell’AI in Banca Generali sono stati create iniziative ad hoc, come dei forum dedicati con esperti del settore ed esponenti tra le migliori best-practice del digital, per confrontarsi sui nuovi confini e le applicazioni più efficienti dell’Ai. L’accesso ai software operativi più immediati per le ricerche e l’arricchimento informativo nei contenuti rappresenta un ulteriore substrato all’evoluzione della cultura di imprese. Sono state poi individuate delle figure chiave per testare le dinamiche della tecnologia, non solo con il team che ruota intorno al chief innovation office, ma anche con la creazione di veri e propri ’ambassador’ capaci di pervaderne la proattività e l’utilizzo. E di portare a momenti di confronto a più ampio raggio, come in occasione di Hakkaton specifici, dove esporre nuove idee e proposte di iniziative.
"Crescita e cambiamento passano dal talento all’incontro con la tecnologia. Su questa strada vogliamo creare le migliori condizioni per ingaggiare le sensibilità delle persone nel dialogo sulle potenzialità del digitale e dell’Ai. L’impegno degli ambassador accelera la spinta in questa direzione e valorizza i talenti, favorendo lo sviluppo sostenibile della banca nel lungo periodo in una cultura che unisce la ricerca d’eccellenza all’innovazione".