Venerdì 26 Aprile 2024

Per manager e imprenditori: "O si diventa sostenibili o si perde"

Il bivio delle imprese (e del capitalismo) in una ricerca di SWG presentata all’EY Capri Digital Summit 2019

Capri, EY Capri Digital Summit 2019. Donato Iacovone

Capri, EY Capri Digital Summit 2019. Donato Iacovone

Capri, 5 ottobre 2019 - Oltre il 60% dei lavoratori di imprese medio-grandi ritiene che le aziende italiane siano poco attente all’ambiente e solo il 50% pensa che sappiano agire in termini di responsabilità. Allo stesso tempo, il 70% giudica i manager intenti a fare gli interessi degli azionisti, ma poco o per niente attenti a investire parte dei ricavi per il benessere del territorio. Oltre il 70% dei lavoratori intervistati ritiene, però, che ragionare in termini di sostenibilità ambientale e sociale sia un dovere per tutte le grandi aziende. Le imprese hanno quindi l’opportunità di assumere un nuovo ruolo di guida verso modelli di vita più sostenibili. E di questo imprenditori e manager sono consapevoli, tanto che il 93% di loro ritiene che debbano essere le aziende a guidare la rivoluzione culturale verso modelli di vita più sostenibili. Un’opinione condivisa anche dal 77% del campione di lavoratori di imprese medio-grandi.

Sono le conclusioni più significative che emergono dalla ricerca SWG per EY, presentata ieri nella prima giornata dell’EY Capri Digital Summit 2019. Una giornata che ha visto un ricco parterre di addetti ai lavori, manager, imprenditori, giornalisti, grand commis, un politologo come Parag Khanna, Founder di FutureMap, e un politico di lungo corso, come Massimo D’Alema, discutere e confrontarsi a partire dal titolo-claim dell’appuntamento di quest’anno: Less artificial, more intelligent, always human. Ebbene, innovazione e tecnologia non possono essere più importanti della società e della cultura: è questa la sintesi della prima giornata dell’#EY Capri Digital Summit. Di fronte alle sfide epocali a cui siamo chiamati, le considerazioni sociali e culturali, insomma, devono necessariamente orientare il giudizio di leader e manager chiamati a prendere decisioni economiche e tecnologiche.

La responsabilità delle aziende verso la società appare molto più vasta, rispetto al passato, e va oltre l’offerta di prodotti e servizi in linea con le esigenze di mercato. Oggi , dunque, le persone si aspettano che cresca una cultura aziendale che pone la sostenibilità, ambientale e sociale, come vincolo del profitto, con gli azionisti considerati alla pari rispetto a tutti gli altri stakeholder. Sempre secondo la ricerca SWG per EY, infatti, il 94% di imprenditori e manager e il 76% dei lavoratori ritiene che la capacità di coniugare la sostenibilità economica con quella ambientale e sociale sia il pilastro della nuova cultura d’impresa. In questa ottica sono proprio le grandi imprese, secondo gli intervistati ad essere i soggetti più credibili per perseguire una cultura della sostenibilità. La mission delle aziende non è più il profitto a tutti i costi, ma un profitto sostenibile. L’impresa non è più un soggetto isolato dal contesto, ma si inserisce in un sistema che interagisce costantemente con l’ambiente esterno. In questo i leader hanno una grande responsabilità.

"I leader di oggi – avvisa, infatti, Donato Iacovone, AD di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea - devono pensare a crescere i leader di domani. Leader che non dovranno solo essere eccellenti tecnicamente e nella gestione di persone e dinamiche di potere, ma a cui si chiederà di saper comunicare, immaginare l’evoluzione della tecnologia e sviluppare empatia e soluzioni nei confronti delle persone e della comunità. Le nuove generazioni di manager stanno mettendo la sostenibilità del business al centro delle loro riflessioni. E secondo la ricerca SWG per EY quasi l’80% dei lavoratori ritiene che siano le imprese a dover guidare la rivoluzione culturale della sostenibilità". Una necessità per le aziende ma non solo:"La generazione Greta - sottolinea l'Ad di EY - rappresenta le persone che chiedono maggiore impegno perché ci si occupi del futuro dei giovani. Senza sostenibilità ambientale e, quindi sociale, non c’è più business". Anzi, Iacovone ricorda che la ricerca di Swg per EY indica che "due italiani su tre acquistano più volentieri prodotti e servizi di aziende note per il loro impegno sociale".

E così, "se fino a qualche anno fa la sostenibilità era un tema che riguardava solo il marketing, perché raccontare di essere sostenibili poteva far vendere qualche prodotto in più, oggi – spiega a sua volta Riccardo Grassi, direttore di ricerca di Swg - la sostenibilità è percepita come un elemento essenziale che garantisce successo". I manager ne sono consapevoli. Il 70% degli intervistati, si rileva dalla ricerca Swg, ritiene, infatti, che il capitalismo sia a un bivio: o cambia e mette al centro l'uomo oppure muore. "Una nuova generazione di manager - incalza Grassi - si sta affiancando ai vertici aziendali ed ha assunto il tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica come un criterio fondamentale. Se le aziende devono pensare al profitto, la sostenibilità sta diventando il filtro attorno al quale prendere le decisioni".

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