Venerdì 26 Aprile 2024

Ecobonus, la guida. Cosa prevede il Decreto rilancio

Lo sconto è previsto per le spese sostenute per interventi energetici (Ecobonus) e antisismici (Sisma Bonus). Tutto quello che c'è da sapere

Lavoro

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Un risparmio fiscale del 110% sulla spesa sostenuta, a patto che vengano realizzati interventi che migliorino la classe energetica di un edificio: è il nuovo Superbonus, previsto dal decreto Rilancio pubblicato il 20 maggio in Gazzetta Ufficiale. Lo sconto è previsto per le spese sostenute per interventi energetici (Ecobonus) e antisismici (Sisma Bonus) e prevede anche la cedibilità del credito a enti terzi (come le banche). Il bonus varrà un anno e mezzo, cioè per i lavori progettati e realizzati a partire dall’1 luglio e fino al 31 dicembre 2021, ma si sta lavorando per prolungarlo fino a fine 2022. L’importo complessivo dei lavori potrà essere detratto dalle imposte in cinque rate uguali per ogni anno. Ecco le cose da sapere.

La misura

Il nuovo super Ecobonus introdotto dal decreto Rilancio prevede un risparmio fiscale del 110% sulla spesa sostenuta a patto che vengano realizzati interventi che migliorino la classe energetica di un edificio. Uno degli interventi ’trainanti’, con l’isolamento termico dell’edificio, che consentono di detrarre da Irpef e Ires il 110% delle spese con quote annuali per 5 anni, riguarda gli impianti di climatizzazione. Gli interventi possono riguardare sia parti comuni dei condomini sia singole abitazioni e residenze unifamiliari (villette). 

Quanto dura

Per ottenere il super Ecobonus bisogna progettare e realizzare i lavori di efficientamento energetico dal 1° luglio di quest’anno al 31 dicembre 2021. Servono i relativi pagamenti tracciabili, effettuati con un bonifico utilizzando un modello simile a quello già in uso per le ristrutturazioni (anche se i decreti attuativi potrebbero prevedere un modulo ad hoc compilabile anche online con la propria banca). In sede di conversione del decreto è possibile che vengano approvati emendamenti per prolungare la durata almeno fino al 31 dicembre 2022. 

I requisiti per i condomini

L’Ecobonus a livello condominiale vale per la realizzazione di interventi sulle parti comuni per la sostituzione, anche parziale, degli impianti di climatizzazione invernale e/o riscaldamento, produzione di acqua sanitaria, rinfrescamento esistenti, con impianti centralizzati a condensazione, a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo e/o microgenerazione. Il limite di spesa è di 30mila euro moltiplicati per il numero di appartamenti.

Agevolazioni per le abitazioni unifamiliari

Per le villette lo sconto fiscale è previsto solo se si tratta di una prima casa e di privati non nell’esercizio di arti, professioni e mestiere. Per i condomini invece la spesa, suddivisa per millesimi, può riguardare anche appartamenti adibiti a negozi o uffici. La detrazione riguarda anche lavori (nuove finestre per esempio) realizzati dal singolo condomino se sono stati fatti gli interventi sulle parti comuni. Anche per gli impianti delle abitazioni unifamiliari, la spesa massima è di 30mila euro che sale a 33mila (110%) come detraibilità. 

A chi ci si può rivolgere

È bene rivolgersi a tecnici e imprese qualificate. Per i condomini (che devono essere legalmente costituiti e dotati di codice fiscale) i lavori devono essere approvati dall’assemblea. Il tecnico deve preparare il progetto dei lavori con l’indicazione dei costi, che devono essere congrui e rispettare le tabelle ministeriali. La certificazione della congruità delle spese è quella fiscale (a opera di un commercialista e/o Caf), indispensabile per cedere il credito d’imposta alle imprese (con sconto in fattura) o alla banca. 

La documentazione

Per avere diritto all’Ecobonus al 110% i nuovi impianti devono essere conformi a quanto previsto dai decreti ministeriali per rendimento energetico, limiti di emissioni, biomasse combustibili consentite. Oltre al progetto, all’attestazione di conformità prima dell’inizio dei lavori, all’informativa e autorizzazione d’inizio lavori del Comune (Cia o Scia, se previste) la sostituzione degli impianti deve consentire un miglioramento della classe energetica asseverata con l’Ape (Attestato di prestazione energetica) redatta da un tecnico qualificato. 

I rischi

L’installazione dei nuovi impianti deve consentire di migliorare di due classi la pagella energetica dell’edificio a meno che lo stabile non si trovi già in classe A o rientri nelle eccezioni previste (come palazzi storici). Chi rilascia attestazioni e asseverazioni infedeli (che andranno trasmesse all’Enea) rischia una multa per singola dichiarazione da 2mila a 15mila euro. Perdita del bonus e sanzioni (anche penali) sono previste in seguito ai controlli dell’Agenzia delle Entrate per irregolarità come la non congruità delle spese.  

 

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