Milano - Nel momento in cui l’Italia si appresta a spendere i fondi del Pnrr, diventa cruciale avere una pubblica amministrazione efficiente che sia in grado non solo di presentare progetti di alta qualità ma anche di portarli a termine. E non è un caso che il ministro della Pa, Renato Brunetta, abbia promesso 100mila assunzioni quest’anno, che arriveranno a 1,3 milioni entro il 2026. Negli ultimi anni, infatti, il numero dei dipendenti pubblici è costantemente calato. Soltanto nel 2021, secondo il Ministero dell’economia, la riduzione è stata di 30mila unità. L’anno scorso, il rapporto tra i dipendenti pubblici e la popolazione è stato del 5,7% contro una media degli ultimi quarant’anni del 6,1%. In cifre si tratta di 3,36 milioni di unità. I dati sono riassunti in una nota dell’Osservatorio sui conti pubblici (Ocp) che ricostruisce l’andamento dell’occupazione nel settore pubblico a partire dagli anni ’80. Un andamento che, con lo sblocco del turnover e con l’aumento dei pensionamenti, dovrebbe subire un’inversione di tendenza. “Non è chiaro quale sia il piano di medio termine del Governo in termini di occupazione pubblica” si legge nella nota “ma ci sono indicazioni che il numero netto di assunzioni possa essere elevato, nonostante la digitalizzazione della pubblica amministrazione possa portare a risparmi di personale”. Se l’obiettivo è tornare al rapporto tra occupati e popolazione del periodo 1980-2021, i dipendenti pubblici dovrebbero salire da 3,36 milioni a 3,54 milioni nel 2026. Considerando solo i lavoratori a tempo indeterminato, invece, questi dovrebbero aumentare dai 3,24 milioni attuali a 3,42 milioni. In ogni caso, va sottolineato come il settore pubblico abbia attraversato diverse fasi negli ultimi anni, alternando periodi di contrazione ad altri di espansione. Durante gli anni ’80, infatti, il rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione è cresciuto, passando dal 5,6 al 6,5%. Un incremento, ...
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