Decreto imprese, stop a tasse e contributi. Pagamenti rinviati a giugno

Boccata d’ossigeno per aziende e partite Iva: acconti più leggeri nel 2020. Il 730 potrà essere mandato via e-mail o smartphone al commercialista

Coronavirus, un'azienda che produce mascherine

Coronavirus, un'azienda che produce mascherine

Roma, 7 aprile 2020 - Circa 10 miliardi di euro di tasse e contributi rinviati a fine giugno. Imprese, lavoratori autonomi e partite Iva potranno far slittare di due mesi i versamenti e i pagamenti tributari di aprile e maggio, a condizione che abbiano subìto perdite a marzo del 33% (entro i 50 milioni di ricavi) o del 50% (sopra i 50 milioni). È uno dei capisaldi pro-liquidità del nuovo decreto legge varato ieri sera dal governo. Un meccanismo per lasciare risorse nelle casse degli operatori economici secondo un criterio, però, che è più ampio di quello utilizzato per la precedente sospensione prevista dal decreto legge Cura Italia.

Resta aperto, invece, il nodo di Imu e Tasi: il rinvio dei versamenti sarà affidato ai Comuni. Mentre viene esteso il credito d’imposta al 50% per la sanificazione degli ambienti di lavoro anche a mascherine e protezioni individuali.

Ecco le novità in arrivo. Dopo il 16 marzo, dunque, anche il 16 aprile e il 16 maggio non saranno più scadenze da incubo per la maggior parte delle imprese e dei lavoratori autonomi. È previsto, infatti, il congelamento dei versamenti di Iva e ritenute anche per aprile e maggio, secondo la dimensione del calo di fatturato delle imprese. Prevista anche una proroga di altri due mesi dello stop al versamento delle ritenute per autonomi e partite Iva con giro d’affari entro i 400mila euro. Si tornerà a pagare entro fine giugno, se si vuole anche in 5 rate senza sanzioni e interessi.

Ma, ben oltre le dilazioni, le imprese pagheranno nel 2020 meno tasse, riducendo gli acconti senza dover subire penalità. Il decreto consente, solo per quest’anno, di calcolare gli acconti non sulla base dell’anno precedente (il 2019) ma sulla base delle stime del 2020, tenendo quindi conto già dei danni causati dall’emergenza Coronavirus. La norma prevede che non si applichino sanzioni e interessi a chi abbia versato in acconto per Irpef, Ires e Irap almeno l’80% - calcolato con il sistema "previsionale" - di quanto effettivamente dovuto sulla base delle risultanze della dichiarazione dei redditi e dell’Irap.

Il fisco tende la mano anche ai cittadini: non servirà, infatti, andare dal commercialista o al Caf a consegnare la delega per la dichiarazione precompilata. Basta stamparla, firmarla e mandare la foto al professionista o, in alternativa, un video o un messaggio di posta elettronica. Mentre per chi ha acquistato la prima casa con obbligo di rivendere un altro immobile sono congelati fino a fine anno i termini per concludere le operazione e accedere al bonus.

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