Mercoledì 24 Aprile 2024

Il cicloturismo in Italia, un affare da 4 miliardi

Viaggiare in bicicletta ha impatto economico stimato di circa 338mila euro per chilometro. Ma resta un divario tra nord, centro e sud Italia. Ecco le città che ne approfittano di più

Cicloturismo in Italia

Cicloturismo in Italia

Tra le tante azioni da compiere per far fronte al cambiamento climatico, preferire la bicicletta alla macchina è una di queste. Montare in sella è un abitudine eco friendly, che può portare cambiamenti ambientali non trascurabili: basti pensare che, a livello planetario, ben il 72 percento delle emissioni di CO2 è imputabile al trasporto stradale. A tal proposito, rincuorano i dati emersi dal Global Bicycle Cities Index 2022, secondo cui sempre più città europee privilegiano il mezzo a due ruote: nove delle prime dieci città a ‘misura di biciclette’ sono europee. L’Italia si posiziona al 65esimo posto, con Milano. La presenza di ciclabili è un chiaro indicatore di sostenibilità, sviluppo e innovazione del paese in cui sono presenti tali infrastrutture. Vediamo nel dettaglio come le ciclabili si distribuiscono nello Stivale e come procede il mercato del cicloturismo in Italia.

Nord e Sud: problemi di distribuzione

Negli ultimi anni, sempre più comuni italiani hanno investito nella costruzione di ciclabili, ma traspare fin da subito un evidente problema di distribuzione: le 10 città italiane con più piste ciclabili rispetto alla propria superficie sono tutte al Nord. Infatti, è qui che i capoluoghi hanno in media 56,3 km di piste ciclabili ogni 100 kmq di superficie, al centro sono 14,8, al sud solo 5,2. Al primo posto nella top ten, si posiziona Padova, con di 180 km di piste ciclabili ogni 100 kmq, il dato più alto in Italia. Seguono Brescia (167,9 km), Mantova (164,4 km) e Torino (159,2 km). Per contrastare questa disparità tra nord e sud, il ministero delle infrastrutture ha recentemente pubblicato il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, un piano da 1,1 miliardi di euro per incentivare l’uso della bici, ridurre le emissioni legate ai trasporti e dare una spinta allo sviluppo di infrastrutture soprattutto nelle zone ad oggi meno coperte.

Quanto vale il mercato del cicloturismo?

Viaggiare in bicicletta è un meccanismo che smuove lo sviluppo territoriale con un impatto economico stimato di circa 338mila euro per km di ciclabile, grazie a nuove forme imprenditoriali, opportunità di lavoro create dal comparto e servizi legati allo stesso settore. A confermalo è il terzo Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia realizzato da Isnart per l'Osservatorio sull'Economia del Turismo delle Camere di Commercio in collaborazione con Legambiente , che ha stimato per il 2022 circa 31 milioni di cicloturisti, pari al 4% di quelle totali registrate in Italia fino a questo momento. Anche l’impatto economico è tutt’altro che trascurabile: la spesa per consumi turistici nei luoghi di vacanza generata dai cicloturisti è stimata per quest’anno a quasi 4 miliardi e il 2022 ha segnato un progresso dei cosiddetti cicloturisti “puri”, ovvero di coloro per i quali la bicicletta è una delle principali motivazioni di scelta della destinazione. Ammontano ad ora a circa 8,5 milioni e hanno generato una spesa stimabile di circa 1 miliardo di euro. In base ai dati disponibili, il segmento dei cicloturisti "puri" risulta aver praticamente raddoppiato la sua presenza rispetto al periodo pandemico e accomuna tutte le fasce d’età: i “puri” sono per lo più compresi nella fascia d’età che va dai 26 ai 57 anni. Percentuali inferiori si registrano tra i giovanissimi il 10% e tra i più anziani, solo il 16%. Sempre secondo i dati Isnart, per il viaggio, un cicloturista “puro” italiano spende in media 95 euro, mentre un cicloturista straniero arriva a spenderne 215. Per l'alloggio l'italiano spende in media 48 euro al giorno contro i 59 di chi proviene dall'estero.

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