Lunedì 29 Aprile 2024

Cassa integrazione Covid prorogata di un mese

Il governo concede un po’ di ossigeno, ma il mese di agosto resta scoperto. I sindacati: non basta, serve il blocco dei licenziamenti

Una recente protesta di lavoratori contro i ritardi della cassa integrazione

Una recente protesta di lavoratori contro i ritardi della cassa integrazione

Roma, 16 giugno 2020 - Il decreto legge per allungare da subito la cassa integrazione di altre quattro settimane e impedire "buchi" nell’erogazione dell’indennità ha ottenuto il via libera del governo. Ma il problema è solo rinviato a metà-fine luglio, quando si riproporrà puntuale; per non parlare dell’autunno, che rimane scoperto. Ed è per questo che agli Stati generali i leader di Cgil, Cisl e Uil in coro hanno chiesto un ampliamento degli ammortizzatori sociali per tutto il 2020, con la proroga del blocco dei licenziamenti.

Ad annunciare il provvedimento tampone è stato il premier Giuseppe Conte nell’incontro con i vertici dei sindacati a Villa Pamphilij: "Subito un altro mese di Cig Covid e senza interruzioni: le ulteriori quattro settimane delle nove (su un totale di 18) previste dal decreto Rilancio potranno essere utilizzate anche in anticipo e quindi in continuità rispetto alle precedenti".

Non solo: il governo ha aperto il cantiere per la riforma degli ammortizzatori sociali nella direzione di uno strumento semplificato "non farraginoso" come quello attuale, unico e universale, senza distinzione di ambiti. Esistono, infatti, almeno venti strumenti differenti nei diversi settori, che vanno razionalizzati – è la linea del ministero del Lavoro – anche per rendere più semplici le procedure di erogazione.

Al momento però conta intervenire sull’emergenza. Mentre dall’Inps fanno sapere che sarebbero "solo" poco più di 123mila gli assegni da pagare (ma per gli addetti ai lavori siamo intorno a mezzo milione), l’esecutivo tenta di mettere una pezza all’errore contenuto nel decreto legge Rilancio. Alle iniziali nove settimane di Cig Covid (utilizzata dal 70% delle imprese secondo l’Istat), previste dal decreto Cura Italia, sono state aggiunte nove settimane nel successivo provvedimento, divise, però, in due tranche: cinque settimane da utilizzare dal 23 febbraio alla fine di agosto e altre quattro tra settembre e ottobre.

Il risultato è che in giugno una larghissima fetta di imprese ha esaurito o esaurirà tutto il periodo concesso, con la conseguenza di dover attendere fino a settembre per le ulteriori 4 settimane di cassa. Il decreto di ieri evita questo esito. Per i leader sindacali è un "primo risultato". Ma "non è ancora sufficiente e abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’anno e anche i conseguenti ammortizzatori sociali", afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

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