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Si salvi chi può. Con un’inflazione all’8% e che a fine anno si attesterà sul 7%, la stangata sulle famiglie è inevitabile. Ma lo scenario che più preoccupa è un altro: ormai sono pochi a pensare che l’aumento dei prezzi non sarà la fiammata estemporanea di un’estate rovente. Dovremo, invece, abituarci a convivere con il carovita così come stiamo già facendo con la pandemia. Qualcuno l’ha già ribattezzata "lunga-inflazione", italianizzando l’altro aspetto della pandemia, il cosiddetto Long Covid. E, come dimostrando le indagini condotte sul campo da autorevoli istituti di ricerca (da Ipsos a Nielsenlq fino ad AltroConsumo) le famiglie stanno già adottando le "cure" più opportune per difendersi dalla nuova bufera. Inflazione, aumento record: a giugno +8%, non accadeva dal 1986 Meno carne e pesce I beni alimentari e le bevande sono i prodotti che corrono di più (+9.1%). Ed è naturale che siano i primi beni da acquistare con maggiore attenzione. Poco male se si tagliano cibo e bevande non essenziali (alcol, dolci, snack salati o bollicine zuccherate). Ma ben il 21% degli italiani ha già cominciato a razionare l’acquisto di carne e pesce. Inoltre, la prospettiva di un prolungamento del carovita spinge a riempire le dispense con prodotti a lunga conservazione (cibi in scatola, zucchero, pasta e farina). Si guarda con sempre maggiore attenzione alle offerte speciali. Preferendo un prodotto low-cost non brandizzato rispetto a quello più noto ma più costoso. Si taglia sull'energia Lo scorso inverno più di un italiano su due aveva usato con molta più attenzione gli impianti di riscaldamento. E si sta facendo lo stesso anche nell’estate più rovente da sempre con i condizionatori d’aria. Il 40% ha anche ridotto l’uso degli elettrodomestici, a partire dalla lavatrice. Magari c’è chi non rinuncia al cellulare di ultimissima generazione. Ma rinvia le spese per l’acquisto ...
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