Giovedì 25 Aprile 2024

Caro mutui, ecco la guida per limitare i danni

Per la Banca d’Italia la media è tornata sopra il 2%. Il mercato ha già iniziato a subire una netta frenata. Quanto pesa nelle nostre tasche

L'andamento del tasso Irs a 20 anni

L'andamento del tasso Irs a 20 anni

Effetto guerra sui mutui con un rincaro delle rate anche di 100 euro al mese. La corsa dell’inflazione spinta dalle materie prime energetiche, già cominciata l’anno scorso con la ripresa post-Covid e accelerata dal conflitto in Ucraina, e le mosse delle banche centrali per contrastare la crescita dei prezzi con il rialzo dei tassi, hanno triplicato da gennaio ad aprile il costo dei mutui a tasso fisso.

Un rialzo che non ha colpito chi li aveva già sottoscritti e meno i prodotti a tasso variabile, ma che sta rendendo i finanziamenti per l’acquisto della casa di gran lunga più cari. Tanto da aver cominciato a frenare il mercato dei mutui, che aveva visto nel 2021 un aumento del 22% con nuove erogazioni per 61,611 miliardi, e di riflesso le compravendite anch’esse in rialzo l’anno scorso, secondo la Fiaip, del 27% a circa 710mila con prezzi anch’essi in crescita in media del 10% in grandi città come Milano, Roma, Napoli, Bologna, Firenze e Torino.

Quanto sono cresciuti i tassi?

A marzo, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, il Tasso annuale effettivo globale (il Taeg che comprende anche le spese accessorie) è tornato sopra il 2% a 2,01 contro l’1,85% di febbraio. Si tratta del livello più alto da agosto 2019 quando era al 2,08%. Stabili invece i tassi medi per il credito al consumo, rimasti come a febbraio all’8,06%.

Perché l'Irs è schizzato?

L’Euribor, l’indice che fa da riferimento ai mutui variabili, ha subito meno gli effetti della guerra e del rialzo del costo del denaro partito dalla Stati Uniti con la Fed e atteso anche in Europa con la Bce. L’Euribor a tre mesi infatti viaggia attorno al -0,40% rispetto al -0,55 di dicembre. Molto più forte la risalita dell’Irs, il parametro al quale sono agganciati i mutui a tasso fisso. A gennaio infatti l’Irs a vent’anni era allo 0,60% e adesso sfiora il 2% (1,97%). Sulle scadenze a 15 anni siamo al 2,08% e all’1,64% per quelle a 30 anni.

Quali sono gli effetti della guerra?

Chi oggi pensa di chiedere un mutuo si ritrova in quattro mesi a dover pagare molto di più. Secondo il Codacons ben 8.812 euro su un mutuo di 100mila euro a 30 anni. "Oggi i migliori mutui a tasso fisso – spiega Stefano Rossini, fondatore e ad di Mutuisupermarket.it – vedono un Taeg attorno all’1,9% ma nelle prossime settimane, tenendo conto dei tempi delle banche per adeguare le offerte commerciali, è facile immaginare che si supererà la soglia del 2%". Così per un mutuo a tasso fisso di 140mila euro per l’acquisto di un immobile del valore di 220mila da parte di un impiegato 34enne con un reddito netto di 2400 euro al mese, la rata è passata dai 630 euro di gennaio a 690 e presto supererà i 700". Con un rincaro di oltre mille euro l’anno, più di 20mila sui vent’anni.

Meglio un tasso fisso o variabile? 

L’aumento del costo dei mutui, insieme con l’incertezza provocata da caroprezzi e guerra, aggiunge Rossini, sta rallentando le richieste di prestiti, scesi, secondo l’Osservatorio Mutuisupermarket e Crif, del 25% circa nel primo trimestre. Allo stesso tempo la quota di prodotti a tassi fisso è diminuita sul canale online dal 94 all’84% con un rialzo dal 3 al 12% di quella dei mutui "variabili". Del resto oggi i migliori prodotti variabili hanno Taeg attorno allo 0,35-0,45% con una differenza di oltre un punto e mezzo con i fissi, pari a quasi 100 euro sulla rata mensile.

Come funziona la surroga?

Così molti, conclude Rossini, preferiscono optare per il rischio del variabile, nonostante il rialzo dei tassi atteso nei prossimi mesi, specialmente per le scadenze più brevi (15 massimo 20 anni) e sapendo che nell’arco di 12-36 mesi si potrebbe utilizzare l’arma difensiva della surroga e rivedere il tasso magari tornando al fisso.