Per approfondire:
Effetto guerra sui mutui con un rincaro delle rate anche di 100 euro al mese. La corsa dell’inflazione spinta dalle materie prime energetiche, già cominciata l’anno scorso con la ripresa post-Covid e accelerata dal conflitto in Ucraina, e le mosse delle banche centrali per contrastare la crescita dei prezzi con il rialzo dei tassi, hanno triplicato da gennaio ad aprile il costo dei mutui a tasso fisso. Un rialzo che non ha colpito chi li aveva già sottoscritti e meno i prodotti a tasso variabile, ma che sta rendendo i finanziamenti per l’acquisto della casa di gran lunga più cari. Tanto da aver cominciato a frenare il mercato dei mutui, che aveva visto nel 2021 un aumento del 22% con nuove erogazioni per 61,611 miliardi, e di riflesso le compravendite anch’esse in rialzo l’anno scorso, secondo la Fiaip, del 27% a circa 710mila con prezzi anch’essi in crescita in media del 10% in grandi città come Milano, Roma, Napoli, Bologna, Firenze e Torino. Quanto sono cresciuti i tassi? A marzo, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, il Tasso annuale effettivo globale (il Taeg che comprende anche le spese accessorie) è tornato sopra il 2% a 2,01 contro l’1,85% di febbraio. Si tratta del livello più alto da agosto 2019 quando era al 2,08%. Stabili invece i tassi medi per il credito al consumo, rimasti come a febbraio all’8,06%. Perché l'Irs è schizzato? L’Euribor, l’indice che fa da riferimento ai mutui variabili, ha subito meno gli effetti della guerra e del rialzo del costo del denaro partito dalla Stati Uniti con la Fed e atteso anche in Europa con la Bce. L’Euribor a tre mesi infatti viaggia attorno al -0,40% rispetto al -0,55 di dicembre. Molto più forte la risalita dell’Irs, il parametro al quale sono agganciati i mutui a tasso ...
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