Venerdì 26 Aprile 2024

Caro bollette, l’Iva non si tocca È caccia alle risorse per i tagli

Servono 3 miliardi per calmierare i maxi-aumenti di autunno, utilizzando gli oneri di sistema

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Il taglio degli "oneri di sistema" che gravano sulle bollette è la misura allo studio del governo per ridurre l’aumento del 40% dei costi di gas ed elettricità, in arrivo da ottobre, a causa principalmente del rincaro del metano sui mercati internazionali.

Lo strumento per questo taglio dovrebbe essere un decreto ad hoc la prossima settimana, spiegano al ministero della Transizione ecologica.

Gli oneri di sistema sono i balzelli caricati sulle bollette: bonus per le famiglie meno abbienti, agevolazioni per le imprese energivore e le ferrovie, incentivi alle rinnovabili, costi per lo smantellamento degli impianti nucleari. Qui è più facile tagliare, magari spostando il prelievo sulla fiscalità generale.

Ieri il ministro Roberto Cingolani, competente in materia di energia, si è incontrato a palazzo Chigi col premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, per studiare le misure per evitare la stangata in bolletta su famiglie e imprese. Ma i provvedimenti arriveranno sul tavolo dei ministri solo la prossima settimana (e non ieri, come si era pensato in un primo momento): serve tempo per mettere a punto le contromisure. "C’è da mitigare l’aumento del trimestre, che c’è in tutto il mondo, e all’80% dipende dall’aumento del gas – ha spiegato Cingolani –. Poi c’è da mettere in piedi un intervento più strutturale. Bisogna ragionare su come è costruita una bolletta, va riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo in queste ore".

Le tariffe di gas e luce vengono fissate all’inizio di ogni trimestre dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Già al primo luglio, l’aumento del prezzo del metano sul mercato internazionale, e della CO2 alle aste Ets sulle emissioni, avevano fatto impennare del 20% le tariffe delle bollette. Il governo era intervenuto e aveva ridotto al 10% il rincaro, utilizzando 1,2 miliardi.

Al quarto trimestre, quello che comincia il primo ottobre, il rincaro però sarà ancora più forte, del 40%. Colpa all’80% dell’aumento del prezzo del metano, spinto in alto da un’economia mondiale ripartita dopo la pandemia, e al 20% dal costo cresciuto della CO2 nel sistema Ets, innalzato gradualmente per spingere le aziende a decarbonizzare. Per annullare la stangata, i tecnici del Mite calcolano che serviranno 3 miliardi di euro.

Le forze politiche compatte hanno chiesto al governo di intervenire per ridurre l’aumento. Ma dove trovare questi soldi? Usare i fondi Ets (come fatto a luglio) non basterà. Parte di questi soldi (si parla di 2 miliardi) sono già destinati ad altre poste di Mite e Ministero dell’Economia. Tagliare l’Iva sulle bollette, come insiste Matteo Salvini (ma anche i Cinquestelle), è impraticabile in tempi brevi. Tassare le imprese energetiche, come ha deciso la Spagna (con pesanti ripercussioni in Borsa), viene escluso. Rimangono così gli oneri di sistema. Si tratta ora di decidere quali salteranno, e quali saranno spostati sulla tassazione generale. Lo vedremo al Cdm della prossima settimana.

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