Mercoledì 24 Aprile 2024

Bruxelles pronta a dare tempo a Mps

Proroga delle scadenze dopo lo stop con Unicredit in cambio di "misure compensative". Tensione in Borsa

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di Pino Di Blasio

Quando fallisce una trattativa, come quella tra UniCredit e Ministero dell’Economia per l’acquisizione della maggioranza di Banca Mps, si innescano reazioni quasi pavloviane, nei mercati e nella narrazione della vicenda. Il giorno dopo la rottura dei negoziati, il titolo UniCredit cede l’1,72%, quello del Monte il 2,38%. Poi ci sono le perdite registrate sui bond subordinati Mps: quello da 750 milioni con scadenza 2028 ha perso l’8,8%, il bond con scadenza 2029 ha ceduto il 17,1%, per la paura degli investitori di essere coinvolti in un burden sharing nel caso di salvataggio statale. Infine ci sono i soliti racconti estemporanei sulla Siena ’one company town’, dipendente dalla sua banca, che sarebbe in apprensione per il futuro dei depositi e dei fidi di 4 milioni di clienti e dei 21.400 dipendenti.

A dare voce alle latenti paure della città è stato il sindaco Luigi De Mossi: "Auspico che ci sia una soluzione ragionevole per Siena e anche per l’Italia. Le cifre che ho letto, 7,5 miliardi di aumento di capitale, mi sembrano pazzesche. Se si dovesse rigiocare questa partita, va individuato un advisor indipendente. Abbiamo la fortuna di avere un premier come Draghi, che credo possa ottenere una proroga delle scadenze dall’Europa. Abbiamo bisogno di un po’ di tempo". Da Bruxelles, dalle parti della DgComp di Margrethe Vestager, si limitano a commenti che vanno letti in controluce. "La Commissione europea segue da vicino i recenti sviluppi riguardanti la Banca Mps ed è in contatto con le autorità italiane. Come sempre, è responsabilità degli Stati membri rispettare gli impegni in materia di aiuti di Stato ed è loro compito proporre le modalità per adempiere a tali impegni".

Nel caso del Monte dei Paschi, l’Italia può richiedere una modifica delle scadenze per uscire dalla proprietà di Mps, ma dovrà proporre ’misure di compensazione’, mediante nuovi impegni o obiettivi più stringenti di quelli contenuti nel piano del 2017. L’ipotesi che potrebbe farsi strada è che il Governo chieda una proroga all’Europa, offrendo nuove dismissioni, più tagli e un cambio della governance per accelerare la privatizzazione. Più della proroga per la vendita, preoccupa la scadenza dell’aumento di capitale: in base agli stress test di fine luglio, Rocca Salimbeni avrebbe bisogno di un’iniezione di patrimonio nei prossimi mesi. La prossima tappa è il cda di Mps del 4 novembre, che dovrebbe approvare una trimestrale "molto buona", con utili più alti dei 202 milioni della semestrale. L’idea del management è anche rivedere il piano industriale ’stand alone’, per migliorarlo e provare ad avere il placet Ue.

Infine c’è la lettera che l’ad UniCredit Andrea Orcel ha inviato ai dipendenti del gruppo. "Sull’operazione Mps abbiamo messo in chiaro fin dall’inizio delle trattative che il coinvolgimento di UniCredit sarebbe dipeso dal verificarsi di una serie di principi e condizioni concordati da entrambe le parti, posti per proteggere gli interessi di tutti i nostri stakeholder. Sfortunatamente, e nonostante gli sforzi che abbiamo profuso, siamo arrivati alla conclusione che le condizioni da cui dipendeva l’accordo non possono essere soddisfatte. L’operazione sarebbe stata un’occasione - è l’epilogo della lettera di Orcel - per rafforzare il settore bancario del Paese, e al tempo stesso garantire un futuro brillante ai clienti e ai dipendenti di Banca Mps".

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