
All'asta la prima Birkin creata per Jane Birkin
Roma, 9 giugno 2025 – Correva l’anno 2001 quando, in una delle scene cult della serie tv ‘Sex & the City’, un commesso di Hermès rivolgeva a una delle protagoniste, Samantha, una battuta memorabile: “It’s not a bag. It’s a Birkin” (letteralmente, ‘Non è una borsa. È una Birkin’). Fu la conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – che l’iconica ‘it-bag’ della maison parigina Hermès era ormai assurta a leggenda della pelletteria e del costume mondiale, status symbol irrinunciabile per cui le fashion lover sono tuttora disposte a iscriversi a liste d’attesa che possono durare persino dieci anni. La notizia, ora, è che il prototipo realizzato nel 1985, ispirato all’attrice e modella britannica Jane Birkin, andrà all’asta da Sotheby’s a Parigi nel prossimo incanto “Fashion Icons” (dal 26 giugno al 10 luglio, in contemporanea con l’appuntamento dell’Haute couture).
Come nasce la borsa più desiderata al mondo?
Le origini di una delle borse che più hanno segnato la storia degli accessori di lusso inizia precisamente nel 1984, in un incontro casuale, su un volo AirFrance, tra Jane Birkin e l’allora Ceo di Hermès, Jean-Louis Dumas. In viaggio con la figlia Charlotte, Jane si lamentò con il direttore di Hermès di non riuscire a trovare una borsa abbastanza capiente per le esigenze della quotidianità. Fu allora che Dumas intuì come ci fosse un vuoto da riempire e decise di creare un prototipo per lei. L’azienda le offrì la borsa un anno più tardi, nel 1985, e chiese a Jane Birkin il permesso di dare il suo nome al modello. L’attrice la portò sempre con nonchalance, riempiendola di oggetti personali e adesivi. La ‘Birkin’ originale – nota, appunto, come ‘The original Birkin’ - è un prototipo in pelle nera, un pezzo unico che presenta varie differenze rispetto al modello che sarebbe stato poi venduto dalla maison. È contraddistinta, in particolare, da sette elementi di design che la differenziano da ogni altra Birkin successiva, tra cui le dimensioni, gli anelli metallici, le galvaniche in ottone, la tracolla, la cerniera, le borchie sul fondo. Ultimo dettaglio fondamentale, l’impressione delle iniziali ‘JB’ sulla patta anteriore, a siglare il rapporto strettissimo tra la diva e la borsa che trasportava il suo mondo. Il modello è ora esposto al pubblico da Sotheby's a New York (fino al 12 giugno) e lo si potrà vedere anche a Parigi dal 3 al 9 luglio.
Le previsioni di vendita
La casa d’asta non ha rivelato la stima della sua vendita ma, considerando la sua unicità e l’importanza nell’immaginario ‘pop’, artistico-culturale e cinematografico, si prevede che la cifra finale possa superare quella delle altre Birkin più rare e costose mai vendute: nel 2021, per esempio, un modello di borsa nera in pelle Togo, che era appartenuta a Jane Birkin, ha quintuplicato la stima chiudendo a 150mila dollari (circa 131mila euro, al cambio attuale). Ma il record di sempre appartiene a un modello Himalaya con diamanti, battuto per 450mila dollari nel 2022.
Il segreto del suo successo
Assecondando le necessità manifestate dall’attrice, la ‘Birkin’ fece il suo debutto come borsa pratica e capiente, in grado di passare tranquillamente dagli uffici alla sera, dai taxi alle metro, robusta quanto basta per non temere la giungla urbana. Il primo disegno – che riprendeva alcune caratteristiche dal modello ‘Haut à Courroies’, originariamente progettato per trasportare l'equipaggiamento da equitazione – avvenne già a bordo di quel celebre volo Air France. Ulteriori perfezionamenti si susseguirono nei quattro anni successivi. Oggi, per entrare in possesso di una ‘Birkin’ nuova, spesso non basta la disponibilità economica (parliamo di modelli venduti a un prezzo di partenza di 8.000 – 10.000 euro): occorre accedere a un sistema selettivo, che prevede, tra i requisiti, una relazione diretta con il brand e precedenti acquisti importanti. In base al modello, alla taglia, al tipo di pelle, al colore e agli acquisti già effettuati in negozio, la lista d’attesa può durare anche una decina d’anni. Per questo motivo, in tante optano per le opzioni vintage o usate: secondo la piattaforma di second hand Vestiaire collettive, Hermès divide con Chanel e Louis Vuitton il podio dei brand più desiderati.
La Birkin resiste alla crisi del lusso
Sebbene una crisi globale stia mordendo il settore della moda ormai dall’ultimo scorcio del 2023, le borse di lusso sono tra i pochi beni ad aver fatto registrare una crescita nel corso del 2024, segnando un incremento del 2,8%. In cima alla lista dei desideri c’è – non a caso – la Hermès Birkin in pelle nera Togo, un grande classico. Gli analisti collocano la numero uno delle borse di lusso tra gli ‘asset di passione’, investimenti che continuano a soddisfare il piacere e allo stesso tempo il portafoglio, beni ‘fisici’ e, allo stesso tempo, fenomeni pop, capaci di resistere agli stravolgimenti economici e geopolitici.