Giovedì 25 Aprile 2024

Boom di revisioni auto. Cosa rischia chi non la fa? Dalla multa al fermo del veicolo

Nel 2023 sono cresciuti del 7,7% gli importi pagati dagli italiani nonostante i listini siano rimasti invariati

Roma, 28 marzo 2024 – Come cambia il parco mezzi degli italiani? Un’idea la danno i dati, in questo caso non delle vendite dei veicoli, ma delle loro revisioni, i cui importi, pur a fronte di listini rimasti invariati, sono cresciuti del 7,7% nell’arco dell’ultimo anno. Il dato è frutto di un’analisi effettuata dall’osservatorio Autopromotec sulla base delle informazioni del Ministero dei Trasporti.

Crediti iStock - revisione auto
Crediti iStock - revisione auto

I numeri dell’aumento

Nel 2023 in Italia sono stati spesi oltre 1.266 milioni di euro per effettuare le revisioni auto nelle officine private autorizzate. Rispetto al 2022, quando la spesa per le revisioni auto è stata di 1.175 milioni, gli automobilisti hanno quindi speso il 7,7% in più. Nel dettaglio, nel 2023 sono state 16.026.238 le revisioni auto effettuate nei centri privati autorizzati, in crescita rispetto alle 14.877.795 del 2022. L’incremento della spesa è dunque stato dovuto unicamente all’aumento del numero di revisioni effettuate, dal momento che la tariffa (54,95 euro, a cui bisogna aggiungere Iva, diritti da versare e costo per il versamento del bollettino) è rimasta invariata rispetto all’anno precedente.

Quadro regionale

L’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec ha fornito anche un prospetto sulla spesa per le revisioni auto nelle varie regioni. Quella che nel 2023 ha registrato il maggiore incremento della spesa rispetto al 2022 è stata il Piemonte (+9,8%), seguita da Lombardia (+9,7%), Friuli-Venezia Giulia (+8,6%), Liguria (+8,4%), Umbria (+8,3%) e Campania (+8%). L’Emilia Romagna è rimasta in media col 7,8%, mentre sono stati più contenuti gli aumenti in Puglia (+5,8%), Calabria (+5,5%) e Basilicata (+5,2%).

Quando effettuare la revisione

Gli appuntamenti legati alle revisioni variano da veicolo a veicolo, ma anche in base alla data di immatricolazione. Il riferimento è in ogni caso sempre all’ultimo giorno del mese di riferimento. L’esempio di uso comune riguarda le autovetture: la prima revisione deve infatti essere effettuata quattro anni dopo la sua immatricolazione, dopo di che l’intervallo scende a due anni. Questo significa che per un veicolo acquistato il primo giugno, del 2023, ci sarà tempo per effettuare il controllo entro il 30 giugno del 2027, mentre per uno già revisionato lo stesso giorno, l’appuntamento successivo sarà entro il 30 giugno del 2025. E’ anche possibile anticipare i tempi, ma è importante ricordare che in quel caso, anche le date delle successive revisioni verranno ‘anticipate’ tenendo come buona l’ultima data del controllo.

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I tempi più brevi

Alcuni mezzi sono soggetti a revisione annuale: tra questi ci sono per esempio i veicoli destinati al trasporto di persone con più di nove posti compreso quello del conducente, quelli adibiti ai trasporti di cose (o a uso speciale) che hanno una massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, i rimorchi e gli autocaravan con lo stesso riferimento di massa, le ambulanze o gli auto e motoveicoli in servizio di piazza o di noleggio con conducente.

Le sanzioni

Non rispettare le norme pensante per garantire la sicurezza del parco mezzi e di tutti gli utenti della strada, può costare molto caro. Chi conduce un mezzo non revisionato incorre in una sanzione di 168 euro. Il veicolo viene contestualmente sospeso dalla circolazione fino a quando non verrà effettuato il controllo, il che significa che il veicolo dovrà essere condotto esclusivamente presso il più vicino centro di revisione. Per i ‘recidivi’ la situazione peggiora: chi viene trovato a circolare con una ripetuta omissione di revisione dovrà pagare una sanzione di 336 euro, mentre chi è al volante di un mezzo che è stato sospeso dalla circolazione per omessa revisione viene multato di 1.941 euro e deve fare pure i conti con il fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni. Il caso peggiore riguarda la contraffazione della revisione: oltre alla sanzione di 419 euro, si profila infatti anche la denuncia per falso in atto pubblico.

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