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Se c’è una parola d’ordine che il decennio che sta per concludersi ci ha consegnato inesorabilmente non può che essere: ‘recensione’. Abitudine, mania, supporto ormai ineliminabile: vedetela come volete, ma la recensione è figlia prediletta del web 2.0 e di tutte le sue app che, a ben vedere, non sono altro che un immenso ambiente interattivo dove tutti recensiscono tutto, dai ristoranti agli hotel, dai servizi ai prodotti d’ogni tipo. E non potevano certo mancare, nella lista del ‘recensibile’, anche il lavoro e le aziende.
A questo, infatti, pensa da anni Glassdoor, nome emblematico (letteralmente: ‘porta di vetro’) che evoca la trasparenza e l’assenza di segreti, e fatto proprio da una popolarissima piattaforma internazionale di annunci di lavoro e di recruiting che da pochissime settimane è sbarcata anche in Italia. Il sito offre in sostanza lo stesso servizio di TripAdvisor o Booking, ma applicandolo al mondo dell’impiego, con recensioni dei posti di lavoro, indicazioni sugli stipendi, sui benefit, valutazioni dei contratti, delle condizioni lavorative e persino dei superiori, oltre naturalmente alle offerte aggiornate delle varie posizioni. Il tutto fornito direttamente e in forma anonima da chi conosce più di ogni altro ciò di cui si parla: ossia i dipendenti (ed ex dipendenti) stessi. Che la cosa funzioni è certificato dai numeri e dal successo decennale: Glassdoor ha circa 67 milioni di visitatori unici mensili e offre siti ad hoc in 20 mercati mondiali, mettendo a disposizione degli utenti oltre 50 milioni di recensioni, con 200mila aziende che hanno un account e 16mila datori di lavoro che collaborano. Un tipo di offerta che unisce da un lato la disponibilità di posizioni aperte e dall’altro un livello di dettaglio pressoché unico nelle informazioni.
Il meccanismo è del tipo ‘dare-avere’: viene cioè offerto l’accesso gratuito a tutti i dati solo una volta che si è registrati e si contribuisce con i propri contenuti. In questo modo si riduce la probabilità di recensioni troppo positive o negative. «Siamo convinti che combinando informazioni sull’ambiente di lavoro, sulle politiche retributive e su molti altri aspetti importanti che riguardano un impiego con le offerte professionali più aggiornate presenti sul mercato siamo in grado di migliorare il processo di ricerca e di assunzione», racconta John Lamphiere, vice presidente e managing director di Glassdoor EMEA (nella foto).
Perché arrivate in Italia soltanto adesso?
«Vede, espandersi a livello internazionale richiede tempo e ha senso farlo solo quando si raggiunge un certo livello di interesse. Quando abbiamo raggiunto 350mila visite al mese dall’Italia abbiamo iniziato a pensare che foste pronti per il nostro arrivo».
Quali aspettative ha sul nostro mercato?
«L’Italia è molto importante per noi, è una grande economia con un gran numero di datori di lavoro, sia nazionali che internazionali. Sul sito ci sono già decine di migliaia di recensioni e informazioni sugli stipendi».
Che situazione avete trovato?
«Nonostante il lento andamento dell’economia, le posizioni aperte sono aumentate del 16,6%. Milano vanta di gran lunga la più ampia offerta, con oltre 14mila posti di lavoro vacanti sulla piattaforma e una retribuzione media annua di quasi 40mila euro. Il project manager è la figura più richiesta, con 641 offerte di lavoro. Segue il ‘mechanical designer’ con 606 posizioni aperte e lo sviluppatore di software con 368. Le assunzioni in ambito tech rimangono solide. Tra i primi 10 ruoli più richiesti 4 sono di ambito tecnologico: sviluppatore di software, ingegnere di sistemi, software engineer e sviluppatore java».
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