Mercoledì 24 Aprile 2024

Peste, trovata la più antica testimonianza del contagio

Uno studio danese ha rilevato la più antica presenza del bacillo della peste in due individui vissuti nella preistoria, durante il periodo neolitico

Foto: steve_is_on_holiday / iStock

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La peste, a causa della sua oggettiva pericolosità e del suo ruolo nella letteratura, è una delle malattie infettive da sempre più temute dall’uomo. Le fonti delle sue epidemie non sono mai state particolarmente chiare, ma uno studio dell’Università di Copenaghen potrebbe aver fatto un passo in avanti verso la risoluzione di una questione finora priva di risposte certe, rilevando la più antica testimonianza di peste in due individui del Neolitico.

A CACCIA DI PROVE Per arrivare alle loro conclusioni, gli esperti hanno esaminato e sottoposto a screening le informazioni contenute nel DNA di 78 uomini preistorici, che vivevano in un villaggio agricolo in Scandinavia. I resti dei corpi, che si trovano in una tomba situata in una chiesa di Gokhem (nella Svezia occidentale), risalgono con ogni probabilità a un periodo tra il 5100 a.C. e il 4900 a.C.

Gli autori si sono concentrati sugli esseri umani del Neolitico per una ragione sostanziale: nell'ultima fase di questo periodo si è verificato un numero altissimo di decessi in tutta Europa. Il fenomeno non è mai stato del tutto spiegato: i ricercatori sono quindi andati a caccia di possibili agenti patogeni, in modo da capire se all’origine del fenomeno ci fosse una qualche epidemia.

LA PIÙ ANTICA TESTIMONIANZA DI PESTE Nel patrimonio genetico di due soggetti, spiegano gli studiosi, è stata rilevata una "inequivocabile presenza di Yersinia pestis", ossia il bacillo che scatena la peste. In precedenza il batterio era stato associato a persone vissute in Europa tra 3700 e 4800 anni fa, molto più avanti nel tempo rispetto ai nuovi reperti, che risalgono a circa 5100 anni fa. Si tratta in pratica della più antica testimonianza di peste nel Vecchio Continente e probabilmente nel mondo.

Secondo il coordinatore dello studio Simon Rasmussene, questa ricerca aiuterebbe a spiegare l’origine e l'evoluzione della peste in Europa. Ma non è tutto, perché lo studio danese potrebbe dare il via a una nuova teoria per il cosiddetto “declino del Neolitico europeo”, le cui cause erano finora state ricercate nei fenomeni naturali e nelle migrazioni provenienti dall’est. Ora, però, verrà considerata una terza motivazione: la diffusione della peste.

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