Sabato 4 Maggio 2024

Zanardi in coma, ma non smette di lottare L’amore della moglie: il viaggio continua

I medici: "La situazione neurologica è grave, potrebbe avere danni alla vista. Un miglioramento? Possibile, ma lentissimo" La compagna del campione, sempre accanto al marito, non perde le speranze come 19 anni fa: "Ce la faremo insieme"

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Anche qui, nel reparto di terapia intensiva del policlinico di Siena, Alex fa quello che nella vita gli riesce meglio: lotta. Insieme a Daniela, come sempre, come diciannove anni fa quando Zanardi si risvegliò in Germania senza gambe e rientrò nel mondo attraversando la forza di uno sguardo, quello della moglie: "Ce la farai, ce la faremo".

Questa volta Daniela è stata fra i primi a soccorrerlo, ha impedito agli altri di vedere il volto spezzato del marito, ha mantenuto freddezza e autocontrollo mentre sosteneva la figura scomposta di Alex.

Quando è arrivata al policlinico Santa Maria alle Scotte, Daniela Zanardi ha incontrato il direttore generale Valter Giovannini, ha incrociato gli sguardi bui dei medici, ha voluto ascoltare tutti i professori e chi era accanto a lei ha raccolto il timore devastato di una persona capace di accettare tutto, ma non che "Alex possa avere la stessa sorte di Schumacher". È stato un momento delicatissimo. A scegliere le parole giuste è stato Giovannini: "Il professor Oliveri è il miglior neurochirurgo che abbiamo, lui ha visto un margine di speranza, è giusto operare". Daniela ha guardato di nuovo i medici negli occhi, ha socchiuso i suoi e ha accolto i consigli, recuperando fiducia. Accanto a lei il figlio Niccolò e la mamma di Alex, ospitati in una zona vicina alla terapia intensiva. Ieri sera sul sito Obiettivo3, Daniela ha ringraziato i corridori che continueranno la staffetta, scrivendo che "Il viaggio continua per Alex".

Quanto affetto intorno a Zanardi, un umano speciale: per lui un altro mucchio umano si è riunito e sparpagliato da ieri mattina intorno all’ospedale di Siena, come un’onda, di fronte all’ingresso. Aria tesa, ma la forza di volontà di Zanardi è passata di bocca in bocca fino a diventare leggenda: a volte sembrava che le decine di cronisti sorvegliassero i cancelli aspettandosi di veder uscire Alex con la sua handbike. E invece no, Zanardi è in coma farmacologico nel reparto di terapia intensiva. Il professor Giuseppe Oliveri ha effettuato l’intervento di circa tre ore per craniotomia e spiega che "tutto è andato come doveva, ma le condizioni iniziali erano molto gravi, perché il paziente è arrivato con un trauma cranico facciale importante, aveva due ossa frontali fratturate con affondamento, più quello che chiamiamo ‘fracasso facciale’, cioè tutte le ossa della faccia rotte. È stato operato per rattoppare la situazione".

E il miglioramento, se ci sarà, sarà lentissimo nel tempo. Intorno cambiano le espressioni. "È inutile fare ipotesi sui danni neurologici permanenti che potrebbe avere, io – continua Olivieri – ne ho parlato con la moglie e le ho detto che è un malato che vale la pena di curare e che dev’essere curato".

Non ci sono lesioni toraciche o addominali, la fibra di Zanardi è di acciaio. Anche se i medici in serata spiegano che il campione potrebbe aver riportato danni alla vista. Nel suo letto, intubato e sedato, Alex sta cominciando un’altra impresa? È cauto il professor Sabino Scolletta, direttore del Dipartimento dell’Emergenza-Urgenza e dei trapianti dell’azienda ospedaliero-universitaria senese: "Le condizioni cliniche del paziente sono stabili, anche se la prima fase è stata caratterizzata da una condizione di instabilità del quadro clinico generale".

Intorno c’è un viavai disordinato e inquieto, la gente si ferma e chiede informazioni, nel primo pomeriggio una Hyundai grigia si accosta all’ingresso e scende un signore con una bottiglietta: "Sono Luigi, questa è acqua di Lourdes".