Lunedì 6 Maggio 2024
ANNA GIORGI E FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Villa Inferno e il festino choc. C’era la stessa diciottenne

La vittima dei party sesso e droga a Bologna era anche nell’attico di Genovese. Testimone dello stupro a Milano: cercò l’amica nei guai ma venne cacciata

L’imprenditore Alberto Genovese, originario di Napoli, ha 43 anni

L’imprenditore Alberto Genovese, originario di Napoli, ha 43 anni

Due città diverse, due ambienti differenti. Ma il resto – i festini, la droga, le aspiranti modelle, un nome ’d’arte’ dato al luogo degli incontri – i tratti sono quasi identici. E sia a Villa Inferno, a Bologna, sia a ’Terrazza Sentimento’, l’attico vista Duomo di Alberto Genovese, imprenditore di 43 anni arrestato con l’accusa di avere sequestrato, stuprato e seviziato una diciottenne, c’era Marta.

La ragazza (il nome è di fantasia) di diciott’anni è la vittima dell’inchiesta bolognese coordinata dal sostituto procuratore Stefano Dambruoso sul giro di festini a base di cocaina in città, a seguito della cui denuncia tre persone sono finite ai domiciliari con le accuse di induzione alla prostituzione minorile, spaccio e (in alcuni casi) produzione di materiale pedopornografico.

E proprio lei, la notte del 10 ottobre scorso, quella dello stupro e delle torture riprese tutte dalle telecamere interne alla camera da letto di Genovese, era una delle più strette amiche della vittima. Agli inquirenti racconta che quella sera per "due volte" ha seguito Genovese in camera da letto e hanno consumato cocaina. È proprio lei ad accorgersi, a serata inoltrata, che l’amica manca da troppe ore. "Non so spiegarmi il motivo, ma ricordo di aver avuto una brutta sensazione", fa mettere a verbale. Cerca allora di chiamarla, ma un bodyguard fuori dalla stanza da letto di Genovese la respinge malamente. Prova a farle squillare il cellulare, ma scopre che il telefono è ancora dentro la scatola in cui loro, giovanissime che lavorano per l’agenzia di hostess di cui il top manager ha una buona quota, l’avevano lasciato all’ingresso. Niente telefoni, niente foto, il prezzo dell’"esclusività". Così quella notte Marta se ne va, senza l’amica, poco dopo l’una, mentre, crudeltà della sorte, arrivano alla centrale di polizia due chiamate, fra cui quella del ballerino Roberto Bolle, per segnalare che il volume della musica è insopportabile. Una Volante arriva a casa di Genovese, troppo tardi, se ne sono già andati tutti, amiche comprese. Luci spente, un maggiordomo apre la porta: qui nessuna festa. Chi poteva immaginare.

Le indagini partiranno solo dal giorno dopo, quando alle 21 la 18enne scappa seminuda in strada, chiedendo aiuto alla polizia. La giovanissima dell’inchiesta coordinata da Dambruoso sarà una testimone preziosa per ricostruire la notte dell’orrore, ma già da ieri altre quattro donne hanno bussato alla porta dell’aggiunto Letizia Mannella per raccontare di essere state vittime a loro volta di Genovese e di non aver voluto denunciare prima per timore che lui, ricco e molto potente, si vendicasse. Nelle prossime ore sarà sentito il bodyguard, insieme ad altri ospiti, il filmati in possesso degli investigatori sequestrati nell’attico risalgono fino a maggio.