Lunedì 29 Aprile 2024

«Video taroccato per negare l’aggressione». Disavventura di Caffaz con i manifestanti

Il blocco stradale avvenuto nel giorno dello sgombero di Palazzo Civico / BLITZ ALL'ALBA PER SGOMBERARE LA SALA CONSILIARE / DOSSIER ALLUVIONE

 Simone Caffaz ha avuto attimi di terrore chiuso dentro l’auto e circondato dai manifestanti

Simone Caffaz ha avuto attimi di terrore chiuso dentro l’auto e circondato dai manifestanti

Carrara, 30 gennaio 2015  - NON CI STA ad apparire come un mitomane. Simone Caffaz, direttore di Ttnews e presidente dell’Accademia, che ha riferito di essere stato aggredito dai manifestanti durante il blocco stradale avvenuto il giorno dello sgombero di palazzo civico, racconta la sua versione, dopo che un filmato muto diffuso su Youtube, da lui giudicato taroccato, mostra una manifestazione pacifica.

«E’ molto grave – scrive Caffaz – che l’assemblea, piuttosto che prendere le distanze da chi usa metodi non democratici, neghi la realtà con video muti e taroccati per gettare fango sui cittadini. Martedì sera alle 17.50 stavo tornando a casa dal lavoro e, arrivato in via Cavour (per andare in via Sorgnano si passa di lì, visto che qualcuno mi ha accusato di essere lì per provocare), sono stato fermato da qualche ex presidiante che stava rallentando il traffico dalla mattina. Avendo visto che un’auto davanti alla mia era stata ripetutamente presa a calci, ho alzato i finestrini e messo la sicura alle portiere. Qualche secondo dopo sono stato identificato da alcuni dei presenti ed è cominciato lo scherno al megafono; la mia macchina è stata circondata ed è partito qualche colpo verso i vetri e la carrozzeria. L’imbarazzante situazione è andata avanti qualche minuto, da me vissuto in agitazione. A quel punto prendevo il telefonino e chiamavo il commissariato (chi mi aveva circondato e colpito la macchina, in un impeto di legalismo, mi urlava: “non si guida col telefonino”). Resisi conto che ero al telefono con la polizia, mi facevano ripartire anche grazie a un paio di ex presidianti di mia conoscenza che riuscivano a convincere gli altri. Poco dopo compariva sul profilo You-stream dell’Assemblea uno strano video intitolato: “La non aggressione a Caffaz”.

Questo video, spacciato come integrale, è privato furbescamente dell’audio e quindi, pur mostrando che la mia macchina è stata circondata e qualcuno si è avvicinato al finestrino con fare “bellicoso”, non evidenzia il sonoro dei colpi alla macchina né le offese che mi sono state rivolte. Mi è subito sembrato singolare – prosegue lo sfogo di Caffaz – che l’assemblea, invece di prendere le distanze dall’accaduto, si sia affrettata a negarlo a tempo di record con un video taroccato, ancor prima che io potessi dire qualsiasi cosa.

Ho cercato di minimizzare l’accaduto e di annunciare che non presenterò alcuna denuncia mentre cominciavano a diffondersi voci false, e da me subito smentite, che fossi stato picchiato, che mi fossero state rivolte frasi antisemite e che insieme a me fosse presente mia moglie. Il giorno dopo sui social network mi sono ritrovato, accanto a diversi attestati di solidarietà anche da alcuni simpatizzanti dell’assemblea e alcune conferme dell’accaduto da parte di persone presenti, anche una ricostruzione dei fatti al limite del demenziale, secondo la quale mi sarei inventato tutto. Ciò unito alle immancabili offese e addirittura minacce di denunce per diffamazione. Tra le tante amenità si è anche affermato, in modo vomitevole, che io avrei usato la ricorrenza della giornata della memoria per farmi pubblicità lamentando minacce antisemite, che non ci sono state e di cui non mi sono lamentato.

Francamente, siamo al di là del bene e del male.

Aggiungo solo – conclude Caffaz – che se questo è il nuovo che avanza questa città non ha speranza».