Roma, 30 aprile 2024 - Ci sarebbero sei testimoni ad accusare Piero Fassino, denunciato dalla società proprietaria del duty free dell'aeroporto di Fiumicino per il presunto tentativo di furto di una confezione di profumo del valore di 100 euro. Lo scrivono il Corriere della Sera e il Messaggero. Secondo il quotidiano romano i testimoni sono tutti commessi del negozio. Le loro dichiarazioni sono state raccolte dagli agenti della Polaria e inserite nell'informativa depositata ieri alla procura di Civitavecchia, con il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell'esercizio commerciale.
Nei giorni scorsi è emerso che dal racconto di alcuni dipendenti del negozio Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.
E’ proprio il precedente – se confermato – a complicare la posizione dell’ex sindaco di Torino, che nei giorni scorsi ha fornito la sua versione dei fatti: si era fermato al duty free per comprare il profumo alla moglie ma avendo la valigia in una mano e il cellulare nell'altra e “non avendo ancora tre mani” ha “semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”.
Una versione che però non corrisponde a quella fornita dai dipendenti degli esercizi commerciali, che hanno raccontato come già in passato Fassino sia stato riconosciuto autore di un furto al Terminal 1 dello scalo.
Nella prima occasione, secondo quanto si apprende da fonti investigative, il deputato dem non venne fermato. Proprio per questo episodio gli agenti hanno raccolto le testimonianze anche di altri dipendenti del negozio che il 15 aprile non erano presenti. Ora i frame del filmato sono stati acquisiti dalla Polaria che sta mettendo in fila tutti i tasselli della vicenda riguardante una confezione da 100 euro di un profumo Chanel.
In base a quanto emergerebbe dal video Fassino avrebbe effettivamente tentato di trafugare l'oggetto. E ancora: il parlamentare in quel frangente non avrebbe il cellulare in mano come, invece, ha lui stesso raccontato in seguito addebitando alla distrazione di una telefonata il gesto di mettere in tasca la confezione. Il video, quindi, potrebbe risultare determinante per chiarire la dinamica. Il parlamentare, che era in partenza per Bruxelles, venne bloccato poco dopo aver superato le casse dell'esercizio commerciale da alcuni vigilantes con in tasca la boccetta.