Giovedì 25 Aprile 2024

Un patto contro l’instabilità

Raffaele

Marmo

Segnali di divaricazione dentro la maggioranza che sostiene l’esecutivo dell’ex numero uno della Bce non sono certo mancati anche nelle ultime settimane: basti pensare al movimentismo salviniano, con tutte le ripercussioni nella stessa Lega. Ma questo non è niente rispetto a quello che non solo dal leader leghista, ma anche da altri fronti (anche quelli fino a oggi insospettabili) potrà venire una volta decifrati gli umori degli italiani dalle urne di oggi: perché tanto i vincitori quanto gli sconfitti potranno avere interesse a dare vita, ciascuno con il suo stile, a una guerriglia senza esclusione di colpi, sgambetti, mosse a sorpresa, alleanze esplicite o sotterranee. Dentro e fuori i partiti.

Basta dare un’occhiata al calendario politico-istituzionale per rendersene conto. Il terreno prossimo di contesa e posizionamento sarà la legge di Bilancio: in gioco i dossier caldissimi della riforma del catasto e del post-Quota 100, per citare i primi due. Ma sarà solo la fase di riscaldamento. A inizi gennaio comincerà la madre di tutte le battaglie, quella per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica che resterà in carica fino al febbraio del 2029: è elevatissima la posta in gioco. Anche o principalmente dall’esito della partita Quirinale dipenderà la sorte della legislatura e con essa dell’eventuale riscrittura della legge elettorale in chiave proporzionale. Ma che si voti per le politiche nell’estate del 2022 o nella primavera del 2023 saremo entrati comunque nell’anno di una delle campagne elettori più dirimenti della storia italiana: coloro che vinceranno potranno avere in mano il destino del Paese, con il relativo potere, fino al 2027 o al 2028. Se questo è il risiko prossimo venturo, c’è da augurarsi che nel giocarlo si firmi tra i contendenti almeno un patto repubblicano che non uccida in culla la ripresa del Paese. Perché governare sulle macerie sarà inutile per chiunque.