Mercoledì 1 Maggio 2024

Trump e Biden presidenti senza stile

Cesare

De Carlo

All’indomani del dibattito gli americani provano una strana sensazione: la loro democrazia appare vecchia. Non per l’età: nacque nel 1776, tredici anni prima della rivoluzione francese, quando in Europa dominava l’assolutismo. Vecchia, perchè ne sembra compromessa la capacità di rigenerarsi nella tradizione e nell’affidabilità. Scrive il Wall Street Journal: "Persino due lottatori si sarebbero mostrati più presidenziali di Trump e di Biden". In effetti a Cleveland, nel surrealismo del palcoscenico pandemico, si è consumata una delle pagine più nere della democrazia americana. A confrontarsi non erano due lottatori, ma i due candidati alla carica più importante del mondo. E anche i più anziani. Trump 74 anni, Biden 78. Il primo sanguigno come sempre. Il secondo evanescente nel pallore liftato e nello sguardo spento. Trump non ne è uscito bene. Aveva snobbato la preparazione. Con Biden non ne ho bisogno, aveva detto. E invece a Biden è stato sufficiente non essere massacrato, come temeva, per contestare le speculazioni sul suo stato mentale.

Ma il punto è un altro: lo stile. Insulti, attacchi personali e familiari, interruzioni reciproche. E in mezzo un moderatore incapace di controllare le reazioni caotiche e astiose dei due anziani signori. I quali richiamavano quei talk show in cui tutti si urlano addosso. In Italia, come si sa, sono abituali, in America no. Soprattutto in occasioni simboliche come i dibattiti presidenziali, che del processo politico rappresentano la celebrazione pubblica. Una cosa del genere non accadde nemmeno quattro anni fa, quando Trump se la vide con Hillary Clinton. O quando Obama si ritrovò con Romney o McCain. E nel 1992 fece scalpore George H. Bush che a un certo punto, discutendo con Bill Clinton, guardò l’orologio. Martedì sera dopo mezz’ora lo share è crollato. Milioni hanno cambiato canale. E hanno fatto bene.

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