Torremaggiore, Taulant Malaj: “Fuggivano, le ho inseguite e colpite in cucina”

Il gip ha convalidato il fermo del panettiere albanese, accusato di aver ucciso la figlia 16enne, che voleva proteggere la madre, e un amico della moglie

Taulant Malaj e il figlio Leonardo

Taulant Malaj e il figlio Leonardo

Bari, 11 maggio 2023 - Il panettiere 45enne Taulant Malaj, reo confesso dell'omicidio della figlia e di un amico della moglie, anche lei ferita, rimarrà in carcere. Il gip del tribunale di Foggia ha convalidato il fermo ed ha emesso nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

La moglie migliora, sarà sentita dagli inquirenti

Intanto si scoprono ancora particolari agghiaccianti sulla furiosa azione del panettiere, che domenica scorsa a Torremaggiore (Foggia) ha ucciso la figlia 16enne, Gessica, che tentava di difendere la madre Tefta Malaj, e il vicino di casa 51enne Massimo De Santis, con cui la donna, secondo il Taulant, aveva un a relazione. La donna sta migliorando e già domani potrebbe essere sentita dagli inquirenti, mentre oggi sarà conferito l'incarico per le autopsie sui due corpi a Stefania De Simone.

"Il figlio ha visto tutto. Era terrorizzato”

Nella sua furia omicida però Taulant Malaj non ha mai avuto intenzione di far del male al figlio di 5 anni, scampato al massacro. Lo hanno sostenuto ieri i suoi avvocati, sostenendo che il bambino non si è nascosto, ma è stato risparmiato. Dalle indagini è emerso che il piccolo Leonardo era presente e ha visto tutto, e il padre lo ha confermato. Il gip nell'ordinanza con cui ha convalidato il fermo del 45enne albanese, ha scritto: "Il figlio era in casa e quando Taulant si era reso conto di cosa aveva fatto lo aveva preso in braccio". Dagli atti poi si apprende che Taulant dopo il duplice omicidio, si era recato dal fratello a cui ha chiesto di andare a prendere il figlio piccolo perché era "terrorizzato".

Il killer: la moglie a letto chattava con il vicino 

Quella sera Taulant Malaj aveva avuto un discussione con il vicino, avvenuta sul pianerottolo di casa, poco prima di colpire a morte la figlia Jessica di 16 anni, il De Santis, e ferisse la moglie. Lui stesso avrebbe raccontato al sostituto procuratore, nel corso del primo interrogatorio, della lite: sabato notte era a letto con la moglie quando ha scoperto che la donna stava chattando con De Santis. A quel punto il panettiere si è alzato e ha aperto la porta di casa. A poco è giunto in ascensore l'amico della donna (coppia viveva al primo piano della palazzina mentre De Santis al terzo). Quindi Taulant, in preda ai sospetti, avrebbe chiesto al pasticcere perché fosse lì, e poi sarebbe scoppiata la lite. Il De Santis però non lo ha affrontato ed è fuggito. Ma l'albanese ormai aveva perso il controllo ed è corso in casa a prendere un coltello da cucina di 18 cm, ed ha inseguito il 51enne giù per le scale colpendolo con 21 coltellate nell'androne del palazzo.

"Fuggivano, le ho inseguite e le ho colpite”

Malaj prima ha ucciso il vicino di casa, poi è tornato in casa per fare lo stesso con Tefta, ma Jessica, 16 anni, è entrata nella camera da letto. Scioccante il suo racconto agli inquirenti di quei momenti: “Voleva proteggere la mamma, allora ho colpito anche lei: manco mi ero reso conto di chi fosse. Purtroppo si è trovata nel momento sbagliato”, e ha concluso: "Sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle".

Gip: “Gelosia ossessiva e morbosa”

Durante l'interrogatorio di convalida davanti al gip di Foggia Roberta di Maria, il killer ha affermato di essere "dispiaciuto per la figlia", parole però a cui il giudice delle indagini preliminari non ha creduto. Nell'ordinanza di 11 pagine il gip ha scritto: "Nel caso di specie sussistono concrete ragioni di cautela come si evince: dal tipo di reato commesso; dal movente che lo ha ispirato (ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie); dalla condotta antecedente e successiva allo stesso; dal fatto che neanche la presenza del figlio minore Leonardo di appena cinque anni, che assisteva inerme alla violenza perpetrata ai danni della madre e della sorella, lo abbia fatto desistere dalla sua azione criminosa; dall'aver ostentato la propria inconcepibile 'impresa' riprendendo le vittime subito dopo averle accoltellate mortalmente e facendo mostra del proprio 'folle' gesto invitando tale video ad un suo amico; dalla mancanza di segni concreti di resipiscenza". Inoltre la furia omicida dell'uomo è stata ripresa nel video mandato a un connazionale che abita a Imola, che lo ha girato ai carabinieri, e dalle telecamere che lo stesso Taulant aveva piazzato in casa per sorvegliare la moglie quando non c'era.