Martedì 30 Aprile 2024

"TikTok ignora il blocco" Il Garante: pronti alla causa

Nessun risposta dal social al provvedimento urgente deciso dalla Privacy "Aspetteremo ancora qualche giorno poi chiederemo una maxi multa"

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Nessuna risposta ufficiale da Tik Tok al blocco deciso dal Garante privacy. Che con un provvedimento clamoroso e d’urgenza, ha vietato alla piattaforma social di trattare dati di utenti di cui non possa verificare l’età (per ora fino al 15 febbraio). L’Autorità ha voluto dare un segnale subito, dopo la morte di Antonella Sicomero, una tragedia che ha sconvolto l’Italia. Viveva a Palermo, era una bambina di appena 10 anni: si è soffocata per una folle sfida sul social cinese.

"Tik Tok doveva già adeguarsi, se vuole davvero allinearsi alle nuove regole possiamo concedere anche qualche ora in più", aveva spiegato ieri mattina alla radio Guido Scorza, componente dell’Autorità per la privacy. Ma quali conseguenze potrà avere questo silenzio? Chiarisce nel pomeriggio al telefono l’avvocato: "Siamo consapevoli di aver chiesto un intervento importante, non si tratta di tirar giù la saracinesca di un negozio. Ma se questa condizione di inottemperanza all’ordine permanesse, lo scenario sarebbe quello dell’apertura di un procedimento autonomo, rispetto a questo d’urgenza. Realisticamente si celebrerebbe in Irlanda, dove Tik Tok ha il suo stabilimento principale, per inadempimento agli ordini di un’Autorità di protezione dati nazionale. La piattaforma potrebbe essere condannata al pagamento di una sanzione fino al 4% del fatturato annuo. Parliamo sicuramente di decine e decine di milioni".

Questione di giorni. "Difficile capire se Tik Tok, per adottare qualche accorgimento che la renda più sicura, abbia bisogno di 48 ore o 72 – ragiona Scorza –. Il provvedimento è stato notificato venerdì sera. Vediamo. Se tra due o tre giorni nessuno ci avrà comunicato nulla, segnaleremo all’Autorità irlandese l’opportunità di procedere per accertamento della violazione".

Siamo ormai abituati alle multe per telemarketing. Ma stavolta avete davanti un colosso mondiale. "Sono ottimista – confida il professore –. Vero, qui abbiamo a che fare con soggetti dalla dimensione planetaria. Ma non credo sia un problema tra noi e il gestore di una piattaforma. Stiamo sollevando un tema che, sono certo, è percepito come rilevante in modo trasversale. A prescindere dalla forza delle Autorità di protezione dei dati in giro per l’Europa, credo che la spinta arrivi proprio dalla società. Le famiglie vogliono che i figli siano più sicuri".

Si è detto: la richiesta fatta è impossibile, è un modo per ’chiudere’ Tik Tok. "Non è così – corregge –, si tratta piuttosto di stoppare il trattamento dei dati. Vogliamo avere la certezza che lascino entrare solo utenti da una certà età in poi". Il limite fissato dallo stesso social è di 13 anni. "Sono giganti della tecnologia che hanno cambiato completamente il nostro modo di vivere – è la riflessione di Scorza –. Secondo me, identificato il problema, non dovrebbe essere particolarmente difficile arrivare a una soluzione. Che potrebbe anche non essere quella di dire: hai 13 anni e due giorni, ma piuttosto, non ne hai 9, 10, 11, ne hai tra 9 e 11, tra 13 e 15. Non c’interessa sapere se qualcuno ha 20, 30 o 40 anni. Da soggetti che stanno così tanto nelle nostre vite, è lecito attendersi che si possa arrivare a risolvere il problema. Se si è definita da soli la soglia dei 13 anni per frequentare con sicurezza quella piattaforma... Naturalmente il tutto dovrà avvenire con un basso impatto sulla privacy. Non è che ora per entrare su Tik Tok ti devono chiedere il documento d’identità o una fotografia con i dati biometrici".

ri. ba.