Sabato 9 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Politica

Il caso giudiziario in Puglia. Emiliano fa infuriare l’Antimafia: "Inopportuno venire in audizione"

Il governatore: "Ho delicati impegni politici in Regione". Poi la precisazione: chiedo solo un rinvio. La rabbia della commissione parlamentare. Ma il Pd lo difende: "Clava elettorale del centrodestra".

Il caso giudiziario in Puglia. Emiliano fa infuriare l’Antimafia: "Inopportuno venire in audizione"

Il caso giudiziario in Puglia. Emiliano fa infuriare l’Antimafia: "Inopportuno venire in audizione"

È un braccio di ferro quello ingaggiato tra il governatore Michele Emiliano e la commissione Antimafia. L’organismo parlamentare, presieduto da Chiara Colosimo, aveva convocato il presidente della Regione Puglia per un’audizione al fine di "interrogarlo" sulle mazzette e le accuse di condizionamenti mafiosi che avevano travolto la giunta regionale (un’assessora, Anita Maurodinoia, dimissionaria perché il marito è stato arrestato, e un ex assessore, Alfonso Pisicchio, ai domiciliari) e decapitato alcune direzioni generali.

Un caos politico molto scivoloso, con sospetti di infiltrazioni, voti di scambio e tangenti, che aveva costretto l’ex pm a un rimpasto in fretta e furia, perdendo per strada i Cinquestelle, pezzo importante della sua coalizione. Dall’Antimafia era partita una nota in cui chiedeva a Emiliano di presentarsi per essere sentito in una delle “date alternative“, ovvero 7, 8, 9 maggio. Il governatore aveva obiettato che quei giorni gli sembravano "inopportuni" perché il 7 maggio è prevista la seduta del Consiglio regionale che deve discutere la mozione di sfiducia nei suoi confronti, presentata dall’opposizione. "Tale circostanza – aveva scritto Emiliano in risposta all’Antimafia – rischia di creare una involontaria connessione, ribadisco pur senza volontà di alcuno, tra la mia audizione e il dibattito consiliare sulla fiducia. Credo che sia dovere di tutti evitare una commistione tra le necessità istruttorie della Commissione e la dinamica consiliare immediatamente precedente e successiva al voto di fiducia".

La replica dell’Antimafia è stata piccata e sbrigativa: se non vuoi venire in quei giorni, ti convoco ad horas. "Il presidente della Puglia Michele Emiliano non può esimersi dal venire in audizione in commissione Antimafia". Risultato: anticipo a giovedì 2 maggio alle 10.30 (addirittura gli era stata proposto di presentarsi per oggi). Ma anche questa data a Emiliano non va bene: "Sono indisponibile, alla 10 sono in Conferenza delle Regioni e alle 12.30 dalla Conferenza Unificata convocata dal ministro Calderoli. Sono disponibile dal 10 al 30 maggio a patto che si sia concluso con il voto il dibattito nel Consiglio Regionale della Puglia sulla fiducia".

Il malumore del governatore è evidente: avevo solo chiesto uno slittamento per evitare strumentalizzazioni in Consiglio regionale, fa trapelare dai suoi uffici. Un’irritazione che arriva a mettere in discussione l’imparzialità della commissione Antimafia. "Come per ogni soggetto terzo, la Commissione non solo deve essere terza (e nessuno dubita di ciò), ma deve anche apparire tale", parafrasando Cesare durante il processo a Clodio. Così Emiliano finisce fra tre fuochi. Quello interno alla sua coalizione che avrebbe voluto un "netto cambio di passo", ovvero l’azzeramento della giunta e non il rimpastino di tre assessori. Quello dell’opposizione che, pur senza avere sulla carta i numeri (se centrosinistra e M5s voteranno in maniera compatta), lo mette sulla graticola della sfiducia. Infine quello in commissione Antimafia, perché di certo, dopo il balletto delle date, l’audizione non sarà una passeggiata. Già si capisce dalle parole del senatore Maurizio Gasparri che è uno dei 50 componenti dell’organismo di Palazzo San Macuto. "Emiliano ha perfettamente ragione. Uno come lui come fa a venire all’Antimafia? Meglio andare invece dai parenti dei mafiosi, come fece con la sorella del boss barese. C’è quindi, evidentemente, una incompatibilità non solo di agenda, ma anche di priorità".

La replica a Gasparri arriva da Walter Verini, capogruppo Pd in Antimafia, e Anthony Barbagallo, segretario dell’organismo: "La commissione Antimafia viene usata dai commissari della maggioranza come una clava e a fini elettoralistici".

A tarda sera il centrodestra in comissione Antimafia scrive: "Presidente di Regione ed ex magistrato. Da Michele Emiliano ci aspettavamo più rispetto della Res publica e un galateo istituzionale. Emiliano accusa la Commissione di strumentalizzazione politica, quando è evidente che omettere due date su cinque proposte aveva il solo fine di voler far ricadere sull’Antimafia la scure del boia prima della mozione di sfiducia in Regione".