Lunedì 29 Aprile 2024

"Suo figlio non è abbastanza bravo". Calciatori di 7 anni cacciati via mail

Raffica di bocciature nei settori giovanili, protesta dei genitori. La Figc: a quest’età sia un gioco, non selezione

Una fase di un torneo di scuola calcio

Una fase di un torneo di scuola calcio

"Caro bambino classe 2015, purtroppo non rientri nei quadri tecnici della società". E ancora: "Gentile papà, le comunichiamo che suo figlio classe 2013 non verrà confermato". ’Licenziati’ con una gelida mail. O, peggio ancora, con un messaggino spedito su WhatsApp. Magari in copia-incolla con altri destinatari, tutti piccolissimi calciatori cui viene negato il sogno più bello, quello di giocare a pallone. Per molti è peggio di una bocciatura a scuola. È successo ancora a Milano (dove i tesserati del settore giovanile scolastico sono ben 23.860), in concomitanza con gli open day delle scuole calcio. Per decine di piccoli calciatori che conquistano una speranza, ce ne sono tanti costretti a lasciare. Non perché non ci sia posto per tutti (tante società hanno squadre A, ma pure B e C), ma soprattutto per questioni tecniche. Perché non si è bravi come gli altri.

Eppure, almeno nella pre-agonistica (quindi in età scolare) dove le categorie Piccoli Amici, Primi Calci e Pulcini hanno i nomi di cartoni animati e il calcio dovrebbe essere solo un gioco. Anzi, un divertimento accessibile a tutti visto che sono circa 300mila i piccoli fra i 5 e gli 8 anni che all’inizio di una nuova stagione cominciano un percorso in una scuola calcio. Senza troppe selezioni, ma con l’invito a partecipare. Perché è molto difficile a quell’età trovare fenomeni. "E invece qualche società la pensa diversamente – ci dice un papà deluso –. Mio figlio è nato nel 2013, ha finalmente giocato nella squadra di una scuola calcio d’élite di Milano dopo lo stop per il Covid e un infortunio ed era felice. Tre giorni fa sul mio telefonino è arrivato il messaggio: non lo hanno confermato perché il mister ritiene che sia indietro. Non ho avuto il coraggio di dirlo a mio figlio. Aspetterò settembre, lo iscriverò altrove dicendogli che andiamo in un posto più vicino".

Purtroppo è un triste rituale che si ripete. Era già accaduto nell’estate 2019, quando una nota scuola calcio meneghina aveva dato il benservito a decine di bambini (classe 2009) con una mail uguale per tutti ("Caro genitore... per la prossima stagione non potremo garantire la possibilità di far divertire vostro figlio... vi suggeriamo di trovare un’altra società..."). E così era successo in altre province. Sono allibito e arrabbiato – sbotta Mauro Spoldi, coordinatore del settore giovanile scolastico Figc in Lombardia – perché anche da noi continuano ad arrivare mail di protesta di tanti genitori. Mi ha scritto un papà di un bambino del 2015, mandato via a 7 anni perché ritenuto non all’altezza. Ma dico io, come si fa? Vorrei conoscere questi tecnici con o senza patentino che giudicano un piccolo calciatore...". Eppure i ’pulcini’ abbandonati aumentano giorno dopo giorno. Con poche spiegazioni, quasi sempre scritte: "Gentile famiglia, al termine della stagione sportiva abbiamo fatto delle valutazioni degli atleti visto l’imminente passaggio di categoria (dai Primi Calci ai Pulcini...), purtroppo vostro figlio non ha le potenzialità richieste nei criteri di selezione", il contenuto di un’altra mail. "L’ho detto a mio figlio – spiega papà Pietro –: è scoppiato a piangere ed è corso nella sua cameretta dove c’è il poster di Lukaku. Dopo un’ora è uscito e mi ha detto: papà, non voglio giocare più".