Giovedì 16 Maggio 2024
PINO DI BLASIO
Cronaca

Sudan, il ministro Tajani: "Abbiamo messo al sicuro diciannove connazionali. Salveremo anche gli altri"

Il titolare della Farnesina segue l’emergenza: ambasciata pienamente operativa. "La situazione a Khartoum è molto complicata, ma lavoriamo per una tregua. E faremo tutto il possibile per garantire l’incolumità delle persone".

Siena, 23 aprile 2023 – "Finalmente una buona notizia. Mi hanno confermato che i primi 19 italiani che erano in crociera hanno già raggiunto l’Egitto e sono sani e salvi. In Sudan restano circa 150 nostri connazionali, che possono contare sulla massima assistenza della nostra ambasciata. Che è stata determinante, insieme a quella del Cairo, nel dare supporto anche agli italiani appena arrivati in Egitto". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è in contatto con l’unità di crisi alla Farnesina, che segue l’emergenza Sudan, aggiornando continuamente il bollettino della guerra civile che insanguina il Paese africano.

Sudan, operazione per portare via i cittadini italiani. Evacuata ambasciata Usa

È già pronto un piano di evacuazione degli italiani?

"L’Ambasciata a Khartoum è pienamente operativa ed è in costante contatto con tutti gli italiani presenti in Sudan. Alcuni sono già in ambasciata, il Governo è in collegamento con le organizzazioni internazionali e con i Paesi alleati. Faremo di tutto per garantire l’incolumità e la sicurezza dei nostri cittadini".

Il Ministero della Difesa non ha già preparato un piano per il ritorno?

"Sono andato alla 46esima Brigata Aerea di Pisa per ringraziare ufficiali e piloti per il lavoro che svolgono e la dedizione che mettono in tante missioni internazionali e umanitarie. I nostri aerei che sono già presenti a Gibuti possono essere utili nelle prossime ore per mettere al sicuro gli italiani che si trovano in Sudan".

È preoccupato per l’evolversi della situazione?

"È una situazione molto complicata quella degli italiani che vivono a Khartoum. Noi stiamo lavorando a tutte le iniziative che possano portare a un cessate il fuoco e a una tregua duratura tra le parti in conflitto".

Per ora gli inviti alla tregua sono caduti nel vuoto.

"Il timore è che le due parti in conflitto per il controllo del potere in Sudan non abbiano intenzione di sedersi a un tavolo. Ci sono anche imprese italiane che lavorano per grandi opere nel Paese. Mi auguro che non vengano distrutte le grandi infrastrutture che sono utili al popolo del Sudan. E di conseguenza che le due fazioni della giunta militare che si stanno combattendo non facciano danni al popolo sudanese. Ripeto, stiamo lavorando perché si possa arrivare a una tregua duratura".

Dal Sudan all’Ucraina. Perché ha lanciato una conferenza intergovernativa per la ricostruzione del Paese?

"Il 26 aprile daremo vita a un grande evento, al Palacongressi di Roma, al quale parteciperanno oltre mille imprese, dalle infrastrutture alle costruzioni e alle reti energetiche, per elaborare un progetto per la ricostruzione dell’Ucraina. È un Paese che farà parte dell’Unione Europea, farà parte del mercato interno e l’Italia sta già aiutando in tanti modi l’Ucraina. Vogliamo essere protagonisti, assieme a tanti interlocutori ucraini, anche della fase della ricostruzione per disegnare un futuro nuovo".