Venerdì 25 Aprile 2025
REDAZIONE CRONACA

Strage del bus di Avellino: definitiva la condanna a 6 anni per l'ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci

Il mezzo precipitò da un viadotto, morirono 40 persone. Gli avvocati: “Le decisioni si rispettano anche quando risultano incomprensibili”

Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade, all'uscita dall'aula dopo l'udienza odierna del processo per il crollo di ponte Morandi, dedicata a dichiarazioni spontanee degli imputati, il 26 marzo 2025 (Ansa)

Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade, all'uscita dall'aula dopo l'udienza odierna del processo per il crollo di ponte Morandi, dedicata a dichiarazioni spontanee degli imputati, il 26 marzo 2025 (Ansa)

Roma, 11 aprile 2025 - E' definitiva la condanna a 6 anni per l'ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci, in relazione al procedimento legato alla strage del 28 luglio del 2013 quando un bus precipitò dal viadotto dell'Acqualonga nella zona di Monteforte Irpino, ad Avellino, causando la morte di 40 persone. Lo hanno deciso i giudici di Cassazione. Il manager è accusato di disastro colposo e omicidio colposo.

La difesa: sentenza incomprensibile

"Le decisioni si rispettano anche quando risultano incomprensibili. La decisione della Suprema Corte di Cassazione ci ha molto colpito. Sulla base delle prove che abbiamo fornito siamo convinti che l'ingegner Castellucci sia totalmente estraneo ai fatti e che abbia sempre svolto accuratamente i propri doveri di Amministratore Delegato". Così in una nota i difensori di Castellucci, gli avvocati Filippo Dinacci e Paola Severino. "La censura che gli è stata mossa peraltro - proseguono - riguardava attività di esclusiva competenza del progettista, neppure indagato, e ritenevamo pertanto corretta la richiesta del Procuratore Generale della Cassazione di annullare la sentenza. Con questa sentenza, le responsabilità dei vertici diventano pericolosamente onnicomprensive. Utilizzeremo tutti gli istituti che la legge consente affinché possa essere riconosciuta la sua innocenza".

No all’appello bis

I giudici della quarta sezione hanno sostanzialmente respinto le richieste della Procura generale che aveva sollecitato per l'ex ad, coinvolto a Genova anche nel processo per il crollo del ponte Morandi, un appello bis per la rivalutazione della condanna per l'omicidio colposo e assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" per il disastro colposo.

Le altre condanne

I giudici hanno fatto passare in giudicato anche le condanne per gli altri dirigenti della società e i dipendenti del Tronco. Sei anni per il direttore generale dell'epoca Riccardo Mollo e per i dipendenti di Aspi Massimo Giulio Fornaci e Marco Perna. A cinque anni per il dirigente di Aspi Nicola Spadavecchia e per il direttore di tronco di Aspi Paolo Berti. Tre anni per Gianluca De Franceschi, dirigente di Aspi e per i due dipendenti Gianni Marrone e Bruno Gerardi. Pena a 9 anni per il proprietario del bus, Gennaro Lametta e la condanna a 4 anni per l'allora dipendente della motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola.