di Claudia Marin ROMA La svolta della Bce, per quanto attesa, ora che è diventata realtà si abbatte come un uragano, moltiplicato dal record negativo dell’inflazione Usa a quota 8,6%, su tutta la filiera dei mercati finanziari, dalla Borsa (con il tonfo di Milano a meno 5,17%) allo spread (a quota 225), ai titoli di Stato, dai mutui ai finanziamenti, dal debito privato a quello pubblico, che costerà 3 miliardi in più di spesa per interessi. E finisce per colpire famiglie e imprese nella vita di ogni giorno. A maggiore ragione in una fase in cui la guerra e il caro-energia fanno ridurre le previsioni di crescita e lievitare quelle sui prezzi: gli economisti di Bankitalia hanno tagliato la stima 2022 al 2,6%, anche se la recente revisione Istat fa propendere per un +3% grazie al generoso lascito del 2021, a meno che il livello dei prezzi non arrivi all’8%, con azzeramento del Pil. Ma vediamo, capitolo per capitolo, le conseguenze previste o prevedibili della decisione dell’Istituto di Francoforte. BORSE A PICCO Un venerdì nero per le Borse europee, che hanno chiuso in profondo rosso, zavorrate da una Bce più aggressiva del previsto sui tassi e dal dato sull’inflazione Usa di maggio, salito più delle previsioni, ai massimi degli ultimi 40 anni, alimentando così i timori di interventi più drastici da parte della Fed. L’indice paneuropeo Stoxx 600 ha perso il 2,7% mandando in fumo più di 265 miliardi di euro di capitalizzazione in una seduta. In caduta libera Milano, la peggiore in Europa: l’indice principale Ftse ha lasciato sul terreno il 5,17%, con i titoli bancari a picco, sprofondando a 22.547 punti e tornando sui livelli di un mese fa, bruciando così quasi 39 miliardi di euro di capitalizzazione in un giorno solo. Parigi ha perso il 2,69%, Francoforte il ...
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