Venerdì 19 Aprile 2024

Soldi Ue, serve Draghi Linee metro a rischio

Un piano da oltre 3 miliardi per trasporti, infrastrutture e sanità. Tanto vale sulla carta il Pnrr per la Lombardia. Ma la crisi politica fa traballare le opere non ancora calendarizzate, come i prolungamenti delle linee M1 e M5 a Milano o l’infrastruttura a idrogeno per le aree industriali. E non solo. "Gli investimenti già finanziati partono, però le tranche successive potrebbero avere dei flussi di cassa, rischiamo di farli a metà – sottolinea Carlo Altomonte, docente di Politica economica europea alla Bocconi –. Per quelli non ancora partiti, i bandi devono essere fatti entro giugno 2023 e questo è il momento più delicato per calare gli investimenti a terra. Il rischio che si blocchino c’è. Nel Pnrr, poi, ci sono anche due riforme da fare entro dicembre 2022, quelle su concorrenza e appalti e i provvedimenti attuativi della riforma della giustizia e della Pa. Se non le facciamo buttiamo una seria ipoteca sulla crescita".

Tra i capitoli in sospeso i centri per la medicina territoriale, studentati universitari, mense e palestre scolastiche. Se per alcune opere – come 18 nuove scuole lombarde e 5 linee dell’autostrada delle biciclette (il Biciplan) –, anche la Città Metropolitana tira un sospiro di sollievo perché "la parte politica è superata, siamo sul piano tecnico", si teme "per le ’comunità energetiche’, visto che il bando dovrebbe uscire tra settembre e dicembre, e per la parte sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione". I centri sportivi Cardellino e Carraro, appena finanziati, potrebbero avere qualche intoppo. Come la Beic, la nuova Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, finanziata con 101,5 milioni, "che senza il Pnrr non si sarebbe potuta fare", aveva ricordato il sindaco Beppe Sala, che ieri è tornato sul tema: "Qui siamo nella fase attuativa del Pnrr, ma abbiamo bisogno del governo, queste cose vanno dirette nell’interesse dei cittadini". Che stasera scenderanno in piazza della Scala.

Simona Ballatore