
Alberto Tomba (Ansa)
Per la Fisi, la Federazione Italiana Sport Invernali, che ha appena compiuto cento anni, Alberto Tomba è l’atleta del secolo, almeno per quanto riguarda le discipline della neve. Lo ha decretato un referendum che ha visto Tomba battere in finale un altro monumento dello sci azzurro: Gustavo Thoeni. Confrontando i titoli e le medaglie portate a casa, non doveva esserci storia: Thoeni ha vinto quattro coppe del mondo e Tomba una, ed entrambi hanno conquistato medaglie ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ma se Thoeni, negli anni Settanta, ha fatto scoprire agli italiani gli sport sulla neve, Tomba, negli anni Ottanta e Novanta li ha letteralmente stregati a forza di discese ardite e acrobazie tra i pali dello slalom che sembravano inibite a un atleta della sua stazza.
Tomba è stato l’ambasciatore dello sci italiano nel mondo e come divulgatore ha fatto concorrenza perfino a Pippo Baudo (nel 1988 per mostrare la sua seconda manche alle Olimpiadi la Rai interruppe la trasmissione del Festival di Sanremo). Per quanto Thoeni era agile e scattante, Tomba era potente e irruente. Per quanto Gustavo schivasse microfoni, telecamere e interviste, Alberto faceva il guascone a mezzo stampa, radio, tv, ai tempi in cui i social e internet non erano ancora apparsi all’orizzonte. Anche se in privato, stranamente, i ruoli si ribaltano. Questi due giganti dello sci hanno fatto in tempo a fare coppia sulle piste. Successe quando l’irridente Alberto scelse come allenatore il riservatissimo Gustavo. Mai coppia più improbabile si rivelò tanto affiatata, dai tempi di Stanlio e Ollio. Insieme hanno conquistato tanti allori. E in fondo è giusto che la scelta finale della Fisi cadesse su uno di loro. Se oggi nel calendario degli italiani che amano lo sci esiste la settimana bianca è perché prima c’è stato un Gustavo, e dopo di lui un Alberto.
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