Giovedì 25 Aprile 2024

Sesso e droga con le elemosine Tre anni e 8 mesi al parroco

di Laura Natoli

Ha patteggiato una pena a tre anni e otto mesi per spaccio, appropriazione indebita dei soldi della parrocchia e per truffa ai danni dei fedeli. Si chiude così lo scandalo che ha travolto la chiesa pratese. A tre mesi dall’arresto, don Francesco Spagnesi, 40 anni, promettente e amato parroco dell’Annunciazione alla Castellina, quartiere altolocato di Prato, esce di scena con una condanna tutto sommato blanda. Il gup ha accolto la richiesta dei legali del sacerdote, Costanza Malerba e Federico Febbo, su cui il pm Lorenzo Gestri si era espresso positivamente, dopo aver valutato il fatto che fosse incensurato e la buona condotta processuale, visto che fin da subito ha confessato assumendosi le sue responsabilità. Insieme a lui, ha patteggiato una pena a tre anni e due mesi per spaccio il compagno di don Spagnesi, Alessio Regina, difeso da Antonio Bertei, che venne arrestato dopo aver ritirato da uno spedizioniere un litro di gbl, la droga dello stupro che i due usavano durante i festini a luci rosse con altri uomini reclutati sui siti di incontri. Appena la sentenza sarà definitiva entrambi faranno istanza al tribunale di Sorveglianza per chiedere di scontare la pena residua con l’affidamento in prova ai servizi sociali. Sia don Spagnesi che Regina sono in cura al Sert per disintossicarsi. Nel processo non ci sono parti civili in quanto il patteggiamento non prevede parti offese. I fedeli o la Diocesi, se vorranno riavere indietro i soldi presi da don Spagnesi per comprare la droga, dovranno fare causa civile.

Lo scandalo che ha travolto il parroco è scoppiato a fine agosto quando i due vennero fermati in auto con la gbl. Regina fu arrestato in flagranza in quanto destinatario del pacco arrivato dall’Olanda, mentre don Spagnesi venne sentito come testimone. Il parroco confessò subito tutto: raccontò di fare uso di droga insieme al suo compagno da anni, di averla ceduta durante i festini a sfondo sessuale con altri uomini, di aver acquistato cocaina e gbl appropriandosi dei soldi del conto corrente della Castellina, circa 180mila euro in due anni spesi per la droga, e di aver cominciato a chiedere denaro ai suoi parrocchiani della Castellina da aprile, quando il vescovo Giovanni Nerbini, venuto a conoscenza della sua tossicodipendenza, gli ha tolto la firma dal conto corrente della parrocchia. La procura aveva contestato anche il reato di lesioni gravissime in quanto don Spagnesi è sieropositivo. Non è stato possibile però accertare se in questi anni il parroco abbia contagiato qualcuno e quindi il reato è stato archiviato.