Martedì 30 Aprile 2024

Sequestro sventato: "Avrei dovuto guidare l’auto e bloccare la mamma del bimbo"

Le parole di Stefania Paggin, 35 anni, che ha incastrato i rapitori

Sequestro sventato, un fermo immagine tratto da un video dei Ros

Sequestro sventato, un fermo immagine tratto da un video dei Ros

Rovigo, 30 gennaio 2015 - Se i presunti sequestratori del bambino sono stati bloccati, è stato grazie alla denuncia effettuata da una rodigina di 35 anni, Stefania Paggin, che dopo essere stata inizialmente coinvolta nel piano (FOTO), non se l’è più sentita e ha deciso di raccontare tutti i dettagli alle forze dell’ordine. «Zebbra (Massimo Silvestrin) mi ha contattata spiegandomi il lavoro che dovevo fare – fa mettere la donna a verbale –. Mi spiegava che mi avrebbe fornito un’autovettura rubata, che sarei stata l’autista e che avrei dovuto portare con me due persone.

Dovevo attendere l’uscita della madre e del ragazzo da casa, intorno alle 7,20 del mattino. Lei sarebbe uscita in macchina per accompagnare il figlio a scuola, a bordo di una Porsche Cayenne o di un Maggiolone Bianco o di una Fiat 500». Ed esattamente era successo così martedì scorso, quando il loro piano era stato sventato dai carabinieri del nucleo investigativo di Rovigo e del Ros di Padova. Solo che lei, ora indagata a piede libero, non c’era. Perché aveva deciso di tirarsi indietro e sventare il piano. Al posto suo, lo stesso Silvestrin, insieme agli altri due, che sono Antonio e Gianfranco Galani. Tutti e tre arrestati. Il Ros aveva già avuto sentore di qualcosa nel vicentino, ma è stato grazie a lei se il loro piano è saltato. La prima telefonata fu fatta per l’Epifania.

Il piano sarebbe dovuto finire così: «Avrei dovuto affiancarla, facendole vedere la pistola. Oppure dovevo tamponarla, costringendola a fermarsi». A quel punto sarebbero scesi anche gli altri rapitori. «Dovevo dirgli di non opporre resistenza, altrimenti il bimbo sarebbe morto. Dovevamo simulare una rapina, al termine della quale avrei dovuto consegnarle un bossolo, dicendole di seguire le istruzioni altrimenti il prossimo sarebbe stato il bimbo». E sempre la Paggin si sarebbe dovuta occupare della fuga: «Avrei dovuto portare il ragazzino in un posto a mia scelta (pare un appartamento di Rovigo, che poi è stato sostituito con un casolare in periferia) – continua –. Avrei dovuto abbandonare l’auto». Zebbra non voleva avere un ruolo operativo: «Voleva stare nel suo locale, davanti a tutti i clienti facendosi vedere. Per confermare gli dovevo fare uno squillo, poi lui avrebbe iniziato le trattative».

Zebbra le aveva dato mappe e pistola a gas calibro 4,5. Dopo la denuncia i carabinieri hanno filmato un loro incontro. E il boss le prometteva una fetta di riscatto, 200mila euro. Un piano che i sequestratori volevano portare a termine anche senza la rodigina. Al punto che Zebbra partecipò in prima persona. I carabinieri, durante le perquisizioni, hanno trovato un biglietto che recita: «Prepara 600mila euro. Se tu segui le indicazioni, lui è con te questa sera nessuno si farà del male».