Mercoledì 24 Aprile 2024

Scontro sul rinvio delle cartelle Ok alla stretta per i furbetti dell’Imu

I coniugi non conviventi pagheranno due volte. Norme anti dissesto per i grandi Comuni, da Torino a Napoli

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di Claudia Marin

Oggi o al massimo domani, arriverà al Senato il maxi-emendamento del governo che tradurrà in numeri, norme e aliquote l’atteso taglio dell’Irpef (e dell’Irap) e fisserà le percentuali e le modalità della sforbiciata al caro-bollette, oltre a salvare i grandi Comuni in pre-dissesto (Napoli in testa). Ma alla vigilia cresce la tensione tra il Pd e Forza Italia: oggetto del contendere, la proroga delle cartelle esattoriali, con gli "azzurri" che spingono, insieme con la Lega, per un rinvio di 180 giorni dei versamenti, e i dem che bloccano l’operazione. La tesi del Pd è: l’accordo sul fisco non può essere rivisto in nessun capitolo, dopo che è stata bocciata l’introduzione del contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati. Se non si poteva modificare allora, non si può fare ora, è il ragionamento dem, pronti a presentare una raffica di sub-emendamenti davanti a un’eventuale proroga.

Alla Camera, però, la maggioranza ha dato il via libera finale al decreto legge fiscale che prevede la stretta sull’Imu sulle "finte" prime case (con l’esenzione valida solo per un’abitazione a nucleo, anche se i coniugi risiedono in due Comuni differenti), i bonus di 800 euro mensili per i genitori separati in gravi condizioni economiche, la possibilità di cumulare assegno di invalidità e reddito da lavoro, la mini-proroga delle cartelle, lo stop alla Tari per basiliche e altri edifici ecclesiastici.

Ma torniamo alla legge di Bilancio. Oltre a fisco e bollette, l’esecutivo interverrà con un altro emendamento del governo per le città metropolitane in pre-dissesto: Napoli, Palermo, Torino, Reggio Calabria, Catania e Messina. La norma, in sintesi, prevede un contributo straordinario pluriennale dallo Stato, in cambio di impegni su fiscalità, riscossione, patrimonio e personale. Altri 200 milioni o poco meno saranno destinati all’organico del personale Ata, al supporto psicologico e all’adeguamento degli stipendi degli insegnanti.

È in arrivo anche un emendamento per stabilizzare i magistrati onorari: una norma per "dare una risposta alle sollecitazioni provenienti dalla Commissione Ue", che ha avviato la procedura di infrazione perché l’attuale disciplina non sarebbe conforme ad alcune direttive. La stessa logica con cui sull’Iva al terzo settore al massimo si andrà verso una deroga di qualche mese.

Ci sono poi le modifiche proposte dai partiti, dal Superbonus alla tassa sui tavolini, dall’Ape social ai lavori usuranti: 600 i milioni a disposizione. Da domani la commissione voterà gli emendamenti: l’obiettivo è chiudere l’esame domenica, ma c’è anche l’ostruzionismo annunciato da Fd’I. La discussione della manovra in Aula al Senato inizierà il 21 dicembre: si annuncia una maratona con sedute notturne per votare la fiducia il 23. Poi toccherà alla Camera, tra Natale e Capodanno, a un passo dall’esercizio provvisorio.