Giovedì 25 Aprile 2024

Schlein e le assenze. La leader fuori dal dibattito politico. I suoi: ma è nei territori

La linea di comunicazione della segretaria ha spiazzato anche i colonnelli dem. Zero conferenze stampa e retroscena. E un cerchio magico che non viene dal Pd.

Roma, 28 maggio 2023 – E alla fine arriva Schlein. Sì, ma quando? La leader del Pd c’è e non c’è. Si vede e non si vede. Parla e non parla. Per i detrattori, l’assenza è un disvalore; per il suo entourage, una sofisticata strategia comunicativa che deve essere compresa e apprezzata (altrimenti sei un boomer). Sicché, ecco Schlein.

La nuova segreteria l’ha illustrata su Instagram, a suo tempo, con una diretta. Conferenze stampa non ne fa o ne fa pochissime (meglio, dai; sono fatte per fregare i giornalisti). Come quella al rientro dalle vacanze, ad aprile, che ebbe il termovalorizzatore di Roma tra i protagonisti: "È una scelta che era già stata presa dall’amministrazione di Roma. Questo è successo ben prima che si insediasse questa segreteria. Non era oggetto del nostro programma per le primarie", disse.

Schlein nei territori alluvionati
Schlein nei territori alluvionati

Inutile porle una domanda giornalistica su whatsapp; la risposta arriva, casomai, dal numero del portavoce Flavio Alivernini, che un tempo lavorava con Laura Boldrini, oppure non arriva. Comunque: come Godot, prima o poi, arriverà, Elly Schlein. Noialtri attendiamo, novelli Vladimiro ed Estragone.

Anche qualcuno dei suoi attende, a dire il vero. La segretaria del Pd, infatti, non si fida troppo neanche di chi l’ha sostenuta. Ha un suo cerchio magico, e gli altri fuori. Non è difficile riconoscerli, hanno alcune caratteristiche tipiche: hanno ottenuto un ruolo di responsabilità e fino a poche settimane fa non erano neanche iscritti al Pd. Come Igor Taruffi, oggi responsabile organizzazione (ruolo importantissimo, praticamente un numero due del segretario), dalla Sinistra Italiana con furore; Gaspare Righi, capo della segreteria; Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria, consigliera regionale del Lazio, anche lei da poco nel Pd.

A farne le spese sono stati dirigenti giovani ma solidi, come Peppe Provenzano, che anziché essere scelto per fare il capogruppo alla Camera, il coordinatore o il responsabile organizzazione, è stato messo agli Esteri ed è isolato dal resto del gruppo. Gli schleiniani di origine protetta e controllata temono che oscuri la cara leader. Anche lui, come Chiara Gribaudo, scelta come vicepresidente del Pd, ruolo di non primo piano diciamo, attende. E anche qui, se la tattica non si palesa è perché si è, inevitabilmente, boomer.

Intendiamoci, di qualcuno della vecchia guardia Schlein si fida: "In Parlamento, ma anche in Rai, il vero motore dell’ellysmo è Francesco Boccia", ha scritto Simone Canettieri sul Foglio: "Lei si fida e delega. Nei momenti di eclissi schleiniana bisogna cercare lui: gestisce, dice la penultima – e a volte anche l’ultima – parola, è trasversale". Quindi, Schlein? C’è e non c’è. C’è, la trovate sui territori, ribattono i suoi. Per i ballottaggi ha scelto di chiudere ad Ancona, dove c’è ancora una speranza di vittoria contro il destra-centro (Daniele Silvetti, candidato di Fratelli d’Italia e soci, ha chiuso il primo turno in vantaggio, al 45,1 per cento; Ida Simonella, candidata del Pd e dintorni, ha preso il 41,3). Ed è andata sì in Toscana, ma al secondo turno ha evitato accuratamente Pisa, dove il distacco fra il sindaco uscente Michele Conti e il cattoschleiniano Paolo Martinelli è di nove punti e dove, in caso di sconfitta al ballottaggio, si potrebbe parlare di riconquista clamorosamente fallita. Una sconfitta mitologicamente simbolica per una città ex progressista che da anni vota a destra nelle periferie popolari e non solo.

È proprio a Pisa, dove la Lega nel 2018 prese il 25 per cento, che è mancata la ricomposizione del popolo della sinistra, ha osservato Salvatore Vassallo in un’analisi dell’Istituto Cattaneo: al primo turno una quota non marginale di elettori che alle elezioni politiche avevano votato per la coalizione formata da Pd, Sinistra e + Europa a queste amministrative ha sostenuto il sindaco uscente Michele Conti. Si tratta dell’8,5 per cento. Magari Schlein ne parlerà nella prossima diretta Instagram.