
Sara Errani (Ansa)
Roma, 7 agosto 2017 - L'ombra del doping si allunga su Sara Errani. La notizia della positività della campionessa azzurra, anticipata da alcuni giornali, viene confermata nel piomeriggio dalla Federazione internazionale di tennis (ITF) che dal suo sito annuncia che la tennista italiana è stata sospesa per due mesi a partire dal 3 agosto. Tornerà in campo il 3 ottobre. La sostanza proibita rilevata dal test di inizio 2017 è il letrozolo, un ormone che figura tra le sostanze messe all'indice dalla Wada. Sara verrà privata dei risultati acquisiti tra il 16 febbraio (data della raccolta dei campioni) e il 7 giugno, con conseguente perdita dei punti nella classifica e dei premi vinti.
LO SFOGO - Subito dopo la conferma della positività, arriva lo sfogo della Errani sui social. "Mi sento estremamente frustrata - scrive la tennista azzurra -, ma sono in pace con la mia coscienza: non ho mai assunto nessuna sostanza proibita". E ancora, a proposito del letrozolo. "È una sostanza presente in un medicinale che mia madre assume dal 2012, e che è presente a casa nostra: l'unica ipotesi è una contaminazione del cibo".
— Sara Errani (@SaraErrani) August 7, 2017
IL CONTROLLO - Un controllo antidoping risalente ai primi mesi dell'anno ha accertato un caso di non negatività che riguarda la tennista azzurra e che la Federtennis internazionale (Itf), alla fine di un lungo iter, sta per rendere pubblico. La Gazzetta dello Sport ipotizzava soli due mesi (il minimo) di squalifica perché la federazione internazionale avrebbe creduto nella buona fede dell'atleta che ha sostenuto la tesi dell`ingestione involontaria. La sospensione decretata dalla Itf è effettivamente di due mesi, il che avvalora la tesi del quotidiano sportivo.
In particolare nelle urine della campionessa sarebbero state trovate tracce di letrozolo, riconducibile a un principio attivo farmacologico inquadrabile nella classe S4 degli 'stimolatori ormonali e metabolici'", lo stesso a cui fu trovato positivo il canottiere Mornati. La sostanza è presente nel medicinale Femare, usato per trattare il carcinoma mammario in post-menopausa. Un medicinale che, come spiega la stessa Errani "mia madre assume giornalmente a scopo terapeutico". E' considerato doping in quanto facente parte della famiglia degli steroidi anabolizzanti.