Martedì 24 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Immobilizzato col taser dopo una rissa. Giovane muore per un malore

Non è stato accertato un legame fra l’utilizzo dell’arma elettrica e il decesso dell’uomo. Aperta un’indagine sul caso.

Un taser

Un taser

Muore a trent’anni per un malore, poco dopo essere stato colpito con una scarica di taser durante l’arresto a Pescara. Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso di Riccardo Zappone, fermato ieri a Pescara dalla polizia.

Secondo quanto ricostruito finora, Zappone – che aveva precedenti – è stato fermato in strada dagli agenti dopo un alterco o una rissa durante il quale, secondo le prime informazioni, sarebbe stato anche colpito. L’uomo avrebbe poi opposto resistenza all’arresto, rendendo necessario – stando alla versione fornita dalle forze dell’ordine – l’uso del taser per immobilizzarlo.

Una volta accompagnato nei locali della questura, nelle camere di attesa, Zappone ha accusato un malore. È stato immediatamente soccorso dal 118 e trasferito in ospedale, dove i medici hanno tentato di rianimarlo. Ma è stato tutto inutile. L’uomo è morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso.

La polizia ha diffuso una nota in cui ricostruisce l’intervento, sottolineando che il trentenne è stato colpito con il taser "per aver opposto resistenza agli agenti". L’arresto era avvenuto intorno alle 11 di ieri mattina. La Procura di Pescara, che coordina le indagini svolte dalla Squadra Mobile, ha definito l’intervento "necessario" e ha già disposto l’autopsia, che potrebbe chiarire se esista una correlazione tra la scarica elettrica e l’arresto cardiaco.

Introdotto ufficialmente nel 2022 dopo anni di sperimentazione, il taser è un’arma non letale in grado di stordire una persona con una scarica elettrica. Oggi è in dotazione alla Polizia di Stato, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e, in alcune città, anche alla polizia locale. Non è il primo caso in cui un malore fatale segue l’uso del taser da parte delle forze dell’ordine. N

el luglio del 2024, la Procura di Bolzano ha aperto un’inchiesta per la morte di un uomo di 42 anni, deceduto dopo essere stato colpito con il taser dai carabinieri in Alto Adige.

L’uomo, in stato confusionale – probabilmente dovuto all’assunzione di alcol o droghe – aveva chiamato lui stesso il 112 ma poi si era rifiutato di aprire ai militari, dando in escandescenze. Dopo essersi lanciato dalla finestra, aveva tentato di aggredire i carabinieri, che a quel punto avevano utilizzato il taser per immobilizzarlo.

Pochi minuti dopo, sopraggiunse il malore. La prima autopsia sull’uomo non evidenziò legami certi tra la scarica del taser e il decesso.

Un anno prima, nell’agosto 2023, si era verificato un altro caso. Un 35enne con problemi psichiatrici morì a San Giovanni Teatino (Chieti) dopo essere stato raggiunto da una scarica di taser utilizzata inq uell’occasione dai carabinieri nel tentativo di bloccarlo: il giovane - dopo essere andato in escandescenze - si era diretto verso i binari della ferrovia e per questo i militari avevano tentato di fermarlo.