Lunedì 7 Ottobre 2024

San Gennaro: il sangue e perché Faccia Gialla. La differenza tra miracolo e prodigio

Il miracolo del sangue tra scienza e fede

San Gennaro, Napoli (Imagoeconomica)

San Gennaro, Napoli (Imagoeconomica)

Napoli, 16 dicembre 2020 - Raccontare la storia del miracolo di San Gennaro, 'Faccia gialla', significa ripercorrere la storia della città di Napoli e del suo popolo. San Gennaro è nella devozione dei suoi cittadini, nelle loro speranze e nelle loro costanti preghiere. Non solo: è un simbolo di riscatto sociale, è il comun denominatore per scandire la vita, è fede assoluta, culto ma anche folklore. 

Oggi, per la terza volta nel corso dell'anno (le altre due sono la prima domenica di maggio e il 19 settembre), i napoletani e gli oltre i 25 milioni di devoti del mondo attendono il suo miracolo: la liquefazione del sangue, evento foriero di buona fortuna.

San Gennaro, niente miracolo. Cos'è successo quando il sangue non si è sciolto

San Gennaro 'Faccia gialla'

“Faccia ‘ngialluta, accurre e stuta ‘sta vampa de lo ‘nfierno. Ora pro nobis" ossia “Faccia gialla, accorri e spegni questa vampata che proviene dall’inferno. Prega per noi”. E' questa una delle preghiere recitate dai napoletani dal lontano 1631, quando una tremenda eruzione del Vesuvio devastò la città e causò numerosi morti. 'Faccia Gialla' o 'Faccia 'ngialluta' è il nome con cui i devoti chiamano san Gennaro per far emergere maggiore affetto, devozione e vicinanza al santo. Questo perché la statua che viene portata in processione per le strade del capoluogo campano ha il volto d'oro, quindi la faccia gialla. Il 16 dicembre è proprio il giorno in cui il santo partenopeo fece cessare l'eruzione del vulcano. Come viene riportato in un vecchio manoscritto, redatto da un monaco certosino addetto presso la Certosa di San Martino di Napoli, quel giorno quando il sangue del santo si sciolse, la lava del vulcuno si fermò.

Perché si scioglie il sangue di san Gennaro

Nel Duomo di Napoli sono conservate le ampolle con il sangue del santo raccolto al momento del suo martirio. Tre volte l'anno, come dicevamo, si compie il prodigioso evento dello scioglimento del contenuto al loro interno. Questo, se per i devoti è un miracolo, per molti altri è ancora un rompicato da risolvere. La scienza ci ha provato e il più noto esperimento risale al 1991 quando alcuni ricercatori del Cicap dell'università di Pavia e diretti da Luigi Garlaschelli hanno cercato di svelare il mistero partenopeo. In un articolo pubblicato poi su Nature, gli studiosi hanno fatto ricorso al concetto di 'tissotropia', vale a dire la capacità di alcune sostanze di sciogliersi dallo stato solido se agitate. 

Durante il rito, in effetti, l'arcivescovo estrae le due ampolle e le agita davanti ai fedeli, ma la spiegazione non convince tutti. Infatti, come è successo anche oggi, il sangue  non sempre si scioglie nonostante procedura del cerimoniale sia sempre la stessa. Dato che non c'è mai stata una verifica sulla reliquia e sul suo contenuto secondo un approccio scientifico, il fenomeno resta inspiegabile. Bisogna comuqnue ricordare che la Chiesa ufficiale non ha mai considerato la trasmutazione del sangue di San Gennaro un vero e proprio miracolo ma, un 'prodigio' sì. 

Miracolo e prodigio, la differenza

Poco conosciuta è la differenza tra miracolo e prodigio. La parola 'miracolo' deriva dal latino 'miraculum' e cioè 'cosa meravigliosa'. In teologia, è un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura, come i santi.

Per definire un fatto strordinario come miracolo la Chiesa segue un iter specifico. Secondo la procedura attuale, definita nel 1983, l'inchiesta compiuta dalla Chiesa si basa su un'attenta analisi dei fatti da parte di una consulta nominata dalla Congregazione per le cause dei santi composta da specialisti sia credenti sia non credenti, la quale verifica se il caso in esame soddisfi i sette criteri definiti dal cardinale Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, nel De servorum beatificatione et beatorum canonizatione del 1734.

Il prodigio, invece, è un fatto, fenomeno, avvenimento che trascende, o sembra trascendere, l’ordine naturale delle cose, interpretato come preannuncio divino. Può essere sia di natura divina, quindi, sia di natura angelica, per cui anche demoniaca. Il prodigio non segue il procedimento previsto dalla Chiesa ufficiale. Il miracolo, a sua volta, è un prodigio, perché viola le leggi naturali, ma di certa ed esclusiva attribuzione divina. .