Venerdì 4 Luglio 2025
REDAZIONE CRONACA

Ruby, il pg: la telefonata di Berlusconi in Questura fu "un vero e proprio ordine"

E' quanto scrive il pg di Milano Piero De Petris nel ricorso presentato alla Cassazione contro la sentenza di assoluzione in appello di Silvio Berlusconi nel processo in cui l’ex premier era accusato di prostituzione minorile e concussione LA SCHEDA - Il processo Ruby

Ruby Rubacuori e Silvio Berlusconi

Milano, 1 dicembre 2014 - La telefonata di Silvio Berlusconi in Questura a Milano, dopo la quale Ruby fu affidata all’allora consigliera regionale Nicole Minetti, ebbe la “natura di un vero e proprio ordine” e non si risolse “nella manifestazione di un desiderio o al più di una garbata richiesta priva di ogni carattere costrittivo”. Lo scrive il pg di Milano Piero De Petris nel ricorso presentato alla Cassazione contro la sentenza di assoluzione in appello di Silvio Berlusconi nel processo in cui l’ex premier era accusato di prostituzione minorile e concussione. La richiesta di Berlusconi di affidare la ragazza a Minetti, scrive il pg, “e’ stata vincolativa” per il capo di Gabinetto Pietro Ostuni e “ha quindi avuto natura di un vero e proprio ordine”.

A confermare la natura di ordine, secondo il pg, sarebbero stati: “lo stesso tenore testuale della richiesta, il quale non lasciava alcun margine di apprezzamento discrezionale per il funzionario a cui e’ stata rivolta”; “il comportamento tenuto da Ostuni che fin dal primo momento ha mostrato di averne inteso la natura cogente, traslandolo come ordine sulla Iafrate (Giorgia Iafrate, ndr) e poi su questa reiteratamente intervenendo (n.12 telefonate), affinche’ vi fosse data esecuzione, anche contro le direttive impartite dal pm minorile”; (...) la completa assenza di elementi fattuali e logici, i quali consentano di ipotizzare che il capo di gabinetto abbia dato esecuzione alla richiesta per timore reverenziale, timore autoindotto, o per mera compiacenza, o comunque per effetto di un improvvido ‘sbilanciamento, o per una ‘incauta accondiscendenza’ che ne abbiano orientato la condotta”. 

Sono “illogiche” le motivazioni espresse dai giudici d’appello nell’assolvere Silvio Berlusconi dall’accusa di prostituzione minorile perche’ non avrebbe conosciuto la minore eta’ di  Ruby durante le presunte serate a ‘luci rosse’ ad Arcore. Lo sostiene nel ricorso presentato alla Cassazione il pg di Milano Piero De Petris che snocciola diversi argomenti in base ai quali l’ex premier andava condannato. Anzitutto, secondo il magistrato che aveva chiesto la conferma della condanna a sette anni inflitta all’ex premier in primo grado, sarebbe stato proprio il “comportamento” tenuto da Berlusconi la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando chiamo’ in Questura, a dimostrare la sua consapevolezza sulla minore eta’ della giovane marocchina.

(Agi)