GABRIELE
Cronaca

Resti a lungo in carcere. Senza sconti

Filippo Turetta è stato preso e finirà in galera per l'omicidio di Giulia. La giustizia non deve concedere sconti di pena, premi o perdoni. La famiglia e la scuola devono educare all'amore e al rispetto. Filippo è stato preso come un ladruncolo, ma la giustizia ha la chiave per tenerlo chiuso.

Canè

Adesso teniamoci stretta forte la chiave. Perché il primo istinto, ora che lo hanno preso e finirà in galera, è di buttarla via. Ma questo non si può fare. Forse non si deve. Allora, per Filippo Turetta, per questo uomo piccolo, crudele, vigliacco, non ci potranno o dovranno mai essere gli sconti di pena, i premi, i perdoni di cui la nostra giustizia, e i nostri giudici sono prodighi. Per chi ha ucciso Giulia, no. Per tutte le Giulia che ci sono state o potrebbero esserci. Perché il suo martirio può e deve segnare un punto di non ritorno. Perché questa volta in ognuno di noi, più di sempre, c’è tanta rabbia, ribellione. Perché questo delitto è la freccia che ha spezzato definitivamente il cerchio della assuefazione, la goccia che ha fatto traboccare il vaso della comprensione. Certo, bisogna capire, prevenire, educare. Amore, rispetto. Lo chiede l’opposizione, ed è già nei progetti della maggioranza assieme al giro di vite sul fronte penale. Bene. La scuola come incubatrice, ma soprattutto la famiglia, placenta capace di nutrire di affetto ma anche di valori, con le antenne vigili, che non può "scoprire" ogni volta (dopo) che il ragazzo non è poi così bravo. Anzi. Dunque, basta!

Lo dicono le donne, lo devono pensare e gridare soprattutto gli uomini. In piazza, forte e chiaro. Anche i maschi di queste generazioni fragili (come se il mondo solo ora fosse diventato difficile) da psicanalizzare, da prendere per mano. E quando sbagliano, da sbattere in galera, come Filippo che aveva dato segnali, preparato la fuga, che scappava con pochi soldi insanguinati. Preso come un ladruncolo ai bordi di una strada, con il serbatoio vuoto, a luci spente. Come il suo cuore vile, in cui non si è accesa neppure la tardiva fiammella che spinge tanti omicidi all’inutile riscatto del suicidio. Giulia non c’è più. Filippo sì. Dietro una porta di cui la giustizia ha la chiave. Per tenerla chiusa.