Giovedì 25 Aprile 2024

Referendum, promossi e bocciati Amato ci mette la faccia. E striglia tutti

La Consulta respinge responsabilità dei magistrati, cannabis ed eutanasia. "Ma è la politica che deve decidere"

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di Antonella Coppari

Giuliano Amato ci mette la faccia. E si presenta di persona ai cronisti per illustrare le decisioni della Corte sui referendum: 3 respinti, 5 promossi. "C’è stato un orientamento in alcuni casi unanime, in altri prevalente", racconta. I quesiti ammessi riguardano tutti la giustizia, ragion per cui molti scorgono un filo rosso con il duro discorso di Sergio Mattarella il giorno del giuramento per il bis. Di sicuro, la scelta che inaugura il nuovo corso della Consulta deriva, almeno in parte, dalle polemiche suscitate dalla bocciatura del referendum sull’omicidio del consenziente. "Leggere o sentire che chi ha preso la decisione non sa cosa sia la sofferenza mi ha ferito, ha ferito tutti noi", dice il neo presidente della Consulta. I termini, spiega, sono fuorvianti: "La parola eutanasia ha portato tutto questo. Ma il referendum era sull’omicidio del consenziente, che sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi dall’eutanasia". Il pelo nell’uovo? Nessuno lo ha cercato, assicura il dottor Sottile, nemmeno negli altri due quesiti dichiarati inammissibili ieri.

Entrambi destinati a provocare delusioni e polemiche. Specie quello sulla cannabis, "io dico su sostanze stupefacenti", sottolinea Amato. "Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali". L’alto numero di firme raccolte, assieme al fatto che tocca temi forti per l’opinione pubblica al pari di quello sulla ’dolce morte’, hanno l’effetto dell’alcol sul fuoco. "Un colpo alla democrazia", lamentano i promotori. L’altra bocciatura riguarda la responsabilità civile dei magistrati: non ammesso perché non era abrogativo ma diventava di fatto propositivo, e questo è incostituzionale. Per quanto la decisione fosse prevista – sarebbe stato dirompente come un’esplosione nucleare – sottrae armi al fronte antigiustizialista. Berlusconi non nasconde la delusione: "Un’occasione persa", ne riassume gli umori Licia Ronzulli.

Ma alla sponda favorevole alla magistratura l’eliminazione dell’arma fine di mondo non basta: gli altri 5 referendum ammessi sono considerati altrettanto pericolosi. Ecco perché Salvini esulta: "Una grande vittoria". C’è chi prospetta problemi di quorum, senza il traino della cannabis. Sta di fatto che dubbi ci sono nel Pd dove, più dei contraccolpi sul governo, si teme la concorrenza tra il Parlamento e il voto popolare: i quesiti ammessi piombano infatti sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. L’obiettivo è quello di varare al più presto le nuove regole. E d’altra parte Amato non le ha mandate a dire alla politica: "Spetta al Parlamento occuparsi di certi temi". Si riferiva all’eutanasia, ma il messaggio era chiaramente generale.

A bocce in movimento, tra il 15 aprile e il 15 giugno – forse assieme alle amministrative in agenda – i cittadini dovranno esprimersi sulla legge Severino che dispone l’incandidabilità e decadenza automatica di parlamentari, esponenti di governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna anche non definitiva; quindi sulla custodia cautelare e sulla separazione delle funzioni: un magistrato dovrà scegliere se fare il giudice o la pubblica accusa. Referendum sulle firme per presentare le candidature per l’elezione al Csm nonché sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari che valutano i magistrati.