Giovedì 2 Maggio 2024

Raffaella Carrà ci ha insegnato le gioie del sesso

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Piero

Degli Antoni

L’autorevole quotidiano "The Guardian" ha celebrato a tutta pagina Raffaella Carrà come la popstar italiana che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso. A ragione. Erano gli anni ‘70 e gli svaghi televisivi erano affidati a soli due canali (in bianco e nero) usualmente afflitti da ponderosi sceneggiati, quando sul piccolo schermo degli italiani irruppe la sommossa sessuale di Raffaella Carrà. I testi delle canzoni sembravano scritti da un incrocio tra Gabriele D’Annunzio e Anais Nin. Sotto l’ovattata superficie di una melodia birichina e spensierata, il caschetto d’oro della tv italiana riusciva a inoculare il morbo malizioso della seduzione corporea. Senza obsoleti travagli moralistici la Carrà inneggiava alle delizie dell’amore libero. Come interpretare altrimenti versi carnalmente evocativi come "A far l’amore comincia tu"? E, ancora più evidente: "Se lui ti porta su un letto vuoto... Fagli capire quello che vuoi". Cosa avranno pensato le mansuete casalinghe dell’epoca? Una bomba a mano erotica era esplosa nei tinelli degli italiani.

E ricordiamo anche le indimenticabile rime di "Tanti auguri", gioiosamente esplicite: "Il mio corpo è una moquette dove tu ti addormenterai" e, Woodstock le fa un baffo, "non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è", per finire con l’indimenticabile inno orgiastico e orgogliosamente nazionalista: "Come è bello far l’amore da Trieste in giù".

Ma che musica maestra.