Lunedì 29 Aprile 2024

Putin-Erdogan, prove d’intesa sul gas Ma non c’è nessun piano di pace

Ankara si candida al ruolo di hub per determinare il prezzo del metano russo destinato all’Europa . Doccia fredda su un’ipotesi di cessate il fuoco, ma Mosca assicura: "Restiamo aperti al dialogo"

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di Alessandro Farruggia

Non è ancora il momento di proporre una mediazione che rischierebbe di essere un buco nell’acqua. Finisce in un nulla di fatto sull’Ucraina – ma con una significativa intesa sul gas – l’incontro tra Erdogan e Putin. "L’obiettivo della Turchia riguardo il conflitto in Ucraina è mantenere lo slancio raggiunto, nonostante le difficoltà sul campo, vogliamo al più presto raggiungere una tregua e così fermare lo spargimento di sangue", aveva detto Erdogan ad Astana, in Kazakistan, prima di incontrare il presidente russo. Magari. Nel faccia a faccia, durato un’ora e mezzo, è stato però subito chiaro ai due presidenti che non c’erano le condizioni perché la Turchia avanzasse il suo piano – a quanto pare basato su colloqui a cinque più uno (Russia, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito più la Turchia) per ottenere un cessate il fuoco – e per questo le parti hanno convenuto di dire che del tema non si è parlato proprio.

ll dialogo tra Ankara e il Cremlino però continua. La mediazione turca, che ha consentito l’accordo sul grano e ottenuto uno scambio di 2mila prigionieri, è molto apprezzata da Mosca e ieri Putin ha formalizzato la proposta, avanzata il giorno prima, della creazione di un hub del gas in Turchia, bypassando i gasdotti europei e il temuto tetto al prezzo. "Se la Turchia e i nostri possibili interlocutori sono interessati – ha detto Putin –, potremmo considerare la costruzione di un altro sistema di gasdotti e la creazione di un hub del gas in Turchia, per la vendita a Paesi terzi, parlo ovviamente di quelli europei". "Questo hub che potremmo creare assieme – ha proseguito il presidente russo – sarebbe una piattaforma che servirebbe non solo a fornire gas ma anche a fissare i prezzi. La questione del prezzo è molto importante, quelli di oggi sono esorbitanti, potremmo regolarli con calma a livello di mercato, senza alcuna connotazione politica".

Putin spera (probabilmente invano) che l’hub turco risulti attraente per l’Europa. Di certo lo è per Ankara, trattandosi di una opportunità che farebbe fruttare affari e accrescerebbe il ruolo strategico della Turchia: non a caso Erdogan ha valutato positivamente la proposta. Il presidente turco si è anche detto, venendo incontro alle preoccupazioni di Mosca, a favorire l’export di grano e fertilizzanti russi.

Per quanto riguarda i negoziati per fermare la guerra, tutto è però fermo. "Né la Russia, né gli Stati Uniti stanno lavorando per favorire un incontro tra il presidente russo e quello americano a margine del vertice del G20 in Indonesia" ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, mentre il ministro degli Esteri Lavrov ha affermato che "nessuno si é rivolto alla parte russa con proposte serie specifiche per colloqui sull’Ucraina: se ce ne sono, Mosca é pronta a prenderle in considerazione". Fino a quando la posizione del Cremlino resterà troppo ambiziosa e irrealistica non si arriverà però a nessun tavolo.

La sola opzione allo stato è quella turca di colloqui che non coinvolgano l’Ucraina e siano volti solo ad una tregua sul campo che ’congeli’ la situazione. A Mosca non dispiacerebbe perché le farebbe guadagnare tempo per far affluire i 300mila coscritti, ma anche Kiev non la esclude a priori. "La Russia va isolata diplomaticamente, la diplomazia è uno strumento possente ma non ci può essere finché le armi parlano", ha detto il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Premesso che Zelensky ha escluso ogni colloquio con Putin, non sarebbe forse contrario ad una tregua trattata da altri. "Putin deve mettere fine alla guerra, rispettare l’integrità dell’Ucraina e tornare al tavolo dei negoziati – ha detto l’altroieri il presidente francese Emmanuel Macron – ma a un certo punto l’Ucraina, che continueremo a supportare con aiuti militari, dovrà per forza negoziare".