Giovedì 25 Aprile 2024

Prescrizione, no dei penalisti al processo infinito. "Così l’inciviltà vince sul diritto"

Il decano Sgubbi: "La legge Bonafede va corretta, i procedimenti devono avere un termine preciso"

Il professor Filippo Sgubbi, 74 anni (Ansa)

Il professor Filippo Sgubbi, 74 anni (Ansa)

Roma, 21 dicembre 2019 - Fine processo, mai. I penalisti italiani non lesinano critiche alla prescrizione congelata del ministro Bonafede. A loro avviso un toppa peggio del buco, l’ammissione di una sconfitta.

Professor Filippo Sgubbi, ordinario di diritto penale all’università di Bologna, che succede se il congelamento della prescrizione dopo il I grado entra in vigore a inizio gennaio? "Che si rischia il processo infinito. La nuova disciplina opera solo per i reati che si commettono dal primo gennaio in avanti, quindi produrrà effetti pieni tra anni, ma ci sono reati che possono essere interessati subito, come i processi per direttissima".

Concorda con chi dice che questa legge è la prova del fallimento di una giustizia che non è in grado di garantire tempi giusti per i processi? "Sicuramente sì. È una scelta deleteria, oltre che incivile sotto tutti i punti di vista. Speravo che fossero introdotti almeno dei correttivi ma, a quanto pare, la decisione è stata diversa".

Il Pd ha ceduto a Bonafede, ma vuole presentare un disegno di legge sulla cosiddetta «prescrizione processuale», con tempi certi per ogni fase di giudizio. Che ne pensa? "Benissimo. Sarebbe una soluzione introdurre dei meccanismi di accelerazione del processo che siano dotati di una sanzione processuale. Ma non basta dire che i processi devono svolgersi in un tot di anni, bisogna stabilire che trascorsi, poniamo, tre anni, il processo non può andare avanti. Quella è una sanzione che può spingere con forza verso la riduzione dei tempi. Comunque, non capisco perché non si poteva rinviare a marzo l’entrata in vigore della prescrizione, come invece è stato fatto per le intercettazioni".

In Italia nel 1989 abbiamo adottato il rito accusatorio. Ma i risultati sono deludenti.. "Non c’è dubbio. Il sistema aveva un senso con riferimento ai riti alternativi. Il dibattimento doveva essere riservato a casi particolari, gli altri processi si chiudevano o con patteggiamento o con rito abbreviato. Ma poi una serie di norme hanno reso complicato o svantaggioso il rito alternativo. E così la maggior parte dei procedimenti avviene con rito ordinario, con conseguente ingolfamento".

E oggi, per evitare che scatti la prescrizione, la si congela. "Esatto, ma la soluzione trovata è giuridicamente improponibile. Per garantire i diritti dei cittadini serve un meccanismo di sanzione tale da limitare la durata dei processi. È una questione di civiltà del diritto, non possiamo ipotizzare processi infiniti".