Giovedì 25 Aprile 2024

Pranzo della domenica ok Ma stop a cene e aperitivi

I locali saranno aperti tutti i giorni della settimana solo dalle 5 alle 18. Pizzerie e ristoranti potranno fare servizio da asporto fino a mezzanotte

di Elena G. Polidori

Almeno la domenica è salva. Ma bar, ristoranti, pub, pizzerie e pasticcerie dovranno comunque chiudere alle 18. Le nuove regole previste dall’ultimo Dpcm e valide su tutto il territorio nazionale fino al 24 di novembre parlano chiaro: apertura alle ore 5 e chiusura alle 18, anticipata di cinque ore rispetto alle richieste di esercenti e Regioni, ma anche un limite massimo di quattro persone per ogni tavolo se non conviventi. Dopo le ore 18 diventa tassativamente vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, mentre resta consentita, senza limiti di orario, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano effettivamente alloggiati. Resta poi sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

Saltata all’ultimo minuto la norma, presente nelle bozze precedenti del decreto, che imponeva anche il divieto di spostamento da un comune all’altro, diverso da quello di residenza, come avevano proposto alcuni governatori tra cui quello della Campania, Vincenzo De Luca. Ma comunque queste regole del nuovo Dpcm avranno un effetto negativo anche su molti settori ‘collaterali’, come quello dell’agroalimentare che, denuncia la Coldiretti, avrà una perdita di fatturato stimata in oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento. Dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Il nuovo Dpcm coinvolge anche oltre 18 mila gelaterie e la Confartigianato ha lanciato a sua volta l’allarme: "C’è forte preoccupazione, a rischio sono oltre 50mila posti di lavoro. Servono misure di sostegno come contributi a fondo perduto, moratorie fiscali e contributive, sostegno della cassa integrazione per tutti i dipendenti almeno fino a fine anno".