Giovedì 2 Maggio 2024

Un africano il più ricco della storia

Sovrano del Mali fino al 1337, Mansa Musa era pieno d’oro. Bill Gates? Solo al nono posto. Gengis Khan era ricchissimo ma divideva gli averi con i suoi militari

Paperoni di ieri e di oggi: il sovrano del Mali Mansa Musa e Bill Gates

Paperoni di ieri e di oggi: il sovrano del Mali Mansa Musa e Bill Gates

Roma, 27 aprile 2019 - Non si finisce mai di conoscere la storia, che molto si basa nella sua evoluzione sulla capacità finanziaria dei protagonisti. Storici e ricercatori hanno fatto i conti in tasca ai grandi personaggi dell’umanità e hanno deciso, pubblicando su ‘Time’ la loro ricerca, chi sono stati i dieci uomini più ricchi della storia, raffrontando le loro fortune dell’epoca in cui sono vissuti a un presunto valore attuale.

Coma ogni classifica, se ne finirà per parlare a lungo perché alcuni personaggi sono quasi sconosciuti ai più e altri (che per ognuno di noi rappresentano l’emblema della ricchezza) sono ben lontani dall’essere inseriti in questo podio allargato. Soprattutto perché solo uno di questi Re Mida o Creso – che in classifica non appaiono – è vivente e si chiama Bill Gates. Ma attenzione: è solo al nono posto con il suo patrimonio di 78,9 miliardi di dollari, otto in più del secondo contemporaneo ben più lontano in classifica, lo spagnolo Amancio Ortega, co-fondatore di Zara. 

Una bazzecola in confronto all’imprecisata fortuna "leggendaria e inquantificabile con le nostre misurazioni" detenuta da Mansa Musa I, imperatore del Mali fino al 1337. Egli, come spiega Rudolph Ware, nuotava realmente nell’oro, possedendone quantità inimmaginabili. Ma la leggenda ci racconta che aveva il grande pregio di dividerlo con i cittadini poveri delle città che via via aveva conquistato, dal Cairo alla Mecca a Baghdad. Un altro imperatore, questo a noi ben più vicino, occupa il secondo posto di questa virtuale classifica: si tratta di Cesare Augusto, sì, proprio lui che nel 14 dopo Cristo, alla sua morte, possedeva un quinto delle ricchezze di Roma, valutate a braccio circa 4.600 miliardi di dollari del nuovo conio, stima fatta da Ian Morris di Stanford: all’inizio del primo secolo equivaleva al trenta per cento del Pil mondiale. Nessun altro ‘italiano’ entra nei magnifici dieci, anche se un altro politico dell’antica Roma, Marco Licinio Crasso – triumviro con Giulio Cesare e Pompeo e mercante di schiavi –, e la famiglia fiorentina dei Medici (alla quale si devono guerre e saccheggi, ma anche i fasti del Rinascimento grazie alla banca fondata da Giovanni de’ Bicci dei Medici) sono stati a un passo dal raggiungere almeno la coda della classifica. 

Altra curiosità fra i tanti aspetti curiosi: fanno parte dei dieci più ricchi della storia, in rapida successione dal quinto al settimo posto, solo tre altri personaggi del Ventesimo secolo, uno molto diverso dagli altri, vale a dire il dittatore sovietico Josip Stalin (1878-1953), l’industriale americano Andrew Carnegie (1835-1919) e il connazionale petroliere John David Rockefeller (1839-1937).

"Seppur non sue personalmente – spiega George O. Liber – Stalin deteneva, controllando l’economia dell’Urss, il dieci per cento delle ricchezze mondiali nel 1950, stimate in 7.500 miliardi di dollari e comunque dominava un sesto della superficie del pianeta". Carnegie, a cui è dedicata una delle sale da concerto più importanti del mondo, la Carnegie Hall di New York, vendette nel 1901 la sua azienda leader nel commercio dell’acciaio alla banca J. P. Morgan per gli attuali 480 miliardi di dollari, il 2,1% del Pil Usa. Per quanto riguarda il magnate del petrolio, il primo della dinastia Rockefeller nel 1918 aveva una fortuna di 1,5 miliardi di dollari, corrispondenti al corso attuale a 341 miliardi.

Nella intrigante classifica si fa il pieno di personaggi vari. La chiude Gengis Khan, l’imperatore mongolo vissuto fra il 1162 e il 1227: sarebbe stato il più ricco, forse, ma ha sempre diviso il patrimonio con i suoi militari e familiari morendo così come aveva vissuto, non in un palazzo d’oro, ma in una capanna.