Martedì 30 Aprile 2024

Nel cielo di Pietro Massoni: volò su Vienna con d’Annunzio

Un progetto per intitolare all'aviatore l'aeroporto di Marina di Massa - Cinquale

Pietro Massoni

Pietro Massoni

Massa, 17 gennaio 2015  - «IL COMUNE di Camaiore gli ha dedicato una strada, intitoliamo il nostro aeroporto a Pietro Massoni». E’ la proposta di Franco Frediani, cultore di storia locale, per lo scalo di Marina di Massa - Cinquale. «Pietro Massoni – spiega – fu con Gabriele D’Annunzio tra i protagonisti del volo su Vienna ed è il concittadino che, decorato con tre medaglie d’argento, risulta essere il maggior titolato tra i combattenti della Grande Guerra». Massoni era figlio del marchese Gasparo e Maria Matthys e nacque nella villa di famiglia, alla Rocca, il 12 aprile 1896. Ancora giovanissimo, da poco compiuti 19 anni, racconta ancora Frediani, «si arruolò volontario nei Battaglioni aviatori. Dopo un corso di pilotaggio, il 21 novembre prese il brevetto e dal 1° di marzo del 1916, a bordo dei lenti Caudron G.3 della 43ª Squadriglia, effettuò numerose rischiose missioni di ricognizione che gli varranno una medaglia d’argento al valore con la motivazione “Ufficiale pilota abilissimo, in diciotto mesi di guerra diede prove continue di capacità e ardimento. Incurante del tiro antiaereo nemico che colpì più volte il suo apparecchio, eseguì ricognizioni a basse quote e in condizioni atmosferiche avverse, coadiuvando sempre efficacemente l’opera dell’ufficiale osservatore. Cielo di Gorizia, marzo - settembre; Carso, settembre - novembre 1916; cielo delle Dolomiti, febbraio - settembre 1917”».

Da sinistra: Granzarlolo, Allegri, Locatelli, Palli, D’Annunzio, Massoni, Finzi e Censi

Il 2 febbraio del 1918 viene costituita una nuova Squadriglia, la 87ª “Serenissima” della quale Pietro entra a far parte da fine aprile. «Ai comandi del suo biplano Ansaldo S.V.A. – prosegue Frediani – effettuò un completo rilevamento del fronte del Piave spingendosi fino a Zagabria, Fiume e Pola, quest’ultima bombardata il 17 luglio. Per l’ardimento e l’abilità dimostrati, d’Annunzio lo chiama a far parte dell’elite di piloti scelti in preparazione del volo su Vienna programmato per il 9 di agosto. La missione, conclusa con successo, gli frutterà una seconda medaglia d’argento, con la motivazione “Superando ogni precedente ardimento, con magnifico volo, affermava su Vienna, la potenza delle ali d’Italia, esempio meraviglioso di fede, di tenacia e di superbo valore. Cielo di Vienna, 9 agosto 1918”». Nel settembre 1918 Massoni fu protagonista nel bombardamento di Osoppo e della stazione di Gorizia e, infine, l’ultima decisiva battaglia di Vittorio Veneto, lo vide impegnato, con tutta la squadra, in una serie di bombardamenti in appoggio alle forze di terra. La sua terza medaglia d’argento: “Fu volontario in ripetute rischiose imprese e dette prova di mirabile valore, prodigandosi in numerosi voli sul nemico, da lui condotti con impareggiabile ardimento. Compié un volo di circa 600 chilometri per bombardare da quota inferiore ai 200 metri gli impianti ferroviari di una importante località, ed ottenne ottimo successo. Cielo di Liens, 7 settembre 1918”.

Conclude Frediani: «Saranno queste le sue ultime gesta militari. Ritiratosi a vita privata, il 17 gennaio del 1923 convolò a nozze a Uccle, in Belgio, con Luisa Errani. Morì a Bagni di Lucca il 3 luglio 1956 all’età di 60 anni e le sue spoglie dimorano nella cappella di famiglia nel cimitero monumentale di Lucca».

A.Pu.

Nella foto da sinistra: Granzarlolo, Allegri, Locatelli, Palli, D’Annunzio, Massoni, Finzi e Censi