Giovedì 2 Maggio 2024

Pernigotti, dopo 150 anni chiude lo stabilimento di Novi Ligure

Nel 2013 l'azienda dolciaria è passata al gruppo turco Toksoz. La protesta dei sindacati e del sindaco

Un gianduiotto della Pernigotti in un'immagine tratta dal sito (foto d'archivio Ansa)

Un gianduiotto della Pernigotti in un'immagine tratta dal sito (foto d'archivio Ansa)

Novi Ligure (Alessandria), 7 novembre 2018 - Addio a un pezzo di storia delle fabbriche italiane. Lo stabilimento della Pernigotti a Novi Ligure chiude i battenti. La notizia arriva dai sindacati, che nell'incontro di ieri con i proprietari dell'azienda dolciaria, il gruppo turco Toksoz, hanno appreso la decisione "definitiva" di fermare le macchine dello stabilimento. 

SCHEDA La storia dei gianduiotti

LA PROTESTA DEI SINDACATI - "Ciò significa 100 lavoratori a casa e altrettante famiglie in difficoltà", denunciano i sindacati. "Sono cinque anni - tuona il segretario Flai Cgil Marco Malpassi - che facciamo proposte all'azienda, a fronte di bilanci mediamente in rosso per 10 milioni ogni anno e di quattro amministratori delegati che si sono avvicendati. Continuavamo a vedere questo 'bagno di sangue' nella gestione e per anni ci hanno dato dei gufi, tanto che anche ad Eurochocolate di ottobre la proprietà negava che lo stabilimento di Novi Ligure avesse problemi. Ma adesso hanno deciso di chiudere. Certo prima o poi ce lo aspettavamo - ammette Malpassi - ma la follia di tutta la vicenda è che hanno perso 50 milioni di euro per arrivare alla chiusura dopo cinque anni quando, con un piano industriale serio cinque anni fa e l'uso di ammortizzatori sociali forse si riuscivano a salvare bilanci e posti di lavoro". E inoltre, spiega sempre Malpassi, in questa fase estrema di crisi i sindacati avevano la possibilità di ottenere dal Mise un anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e un investimento alla proprietà per cercare di rilanciare lo stabilimento, "ma l'azienda ha detto un 'no' definitivo, irresponsabile e arrogante", conclude il segretario. 

IL SINDACO: "DECISIONE INACCETTABILE" - "Una decisione assurda e inaccettabile - protesta il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere -. Occorre capire le cause che hanno portato la proprietà a presentare sempre solo perdite, nonostante il settore dolciario tiri. Una proprietà - aggiunge - che non ha mai investito un euro sullo stabilimento. Ho già informato il prefetto Antonio Apruzzese e tutti i parlamentari del territorio, perché la questione deve diventare di rilievo generale ed essere trattata a tutti i livelli istituzionali con la massima attenzione". Il sindaco Muliere si dice inoltre "al fianco di operai, rsu, sindacati, con i quali definire i passi successivi da fare per trovare, insieme, soluzioni alternative alla cessata attività. Non rinunceremo mai a un marchio storico", conclude il sindaco.