Giovedì 18 Aprile 2024

Pernigotti, la storia dei gianduiotti più famosi d'Italia (e amati dal Re)

Dagli anni d'oro alla crisi. Una 'dolce' storia di Re, stemmi reali ed eredi

Un gianduiotto della Pernigotti in un'immagine tratta dal sito (Foto d'archivio Ansa)

Un gianduiotto della Pernigotti in un'immagine tratta dal sito (Foto d'archivio Ansa)

Novi Ligure, 7 novembre 2018 - Dopo oltre 150 anni lo stabilimento della Pernigotti a Novi Ligure chiude i battenti. Dietro ai gianduiotti, ai torroni, e a ogni altro tipo di squisito dolciume si cela una profonda storia, dagli anni d'oro di fine Ottocento, quando la Pernigotti diventa fornitore ufficiale della famiglia Reale italiana, agli ultimi decenni del Novecento, un periodo di crisi, al termine del quale i proprietari sono costretti a cedere l'attività in mano ai turchi.

Tutto ha inizio nel 1860, quando Stefano Pernigotti apre una drogheria nella piazza del Mercato, a Novi Ligure. Siamo negli anni di Torino capitale d'Italia. La bottega procede molto bene e Stefano decide di allargare l'impresa. Nel 1868 fonda insieme al figlio Francesco la "Stefano Pernigotti e Figlio", specializzata in produzione dolciaria. La mostarda e il torrone di Natale sono i piatti forti dell'azienda che inizia a esportare i suoi dolci in molte città del Regno d'Italia. Non solo. I dolci sono così squisiti che persino la famiglia Reale italiana li vuole. E così la Pernigotti diventa fornitore ufficiale della famiglia Reale. Tanto che il Re Umberto I in persona concede all'azienda la facoltà di innalzare lo stemma reale sull'insegna della fabbrica. Stemma che accompagnerà il logo fino al 2004. Gli anni d'oro dell'azienda iniziano a scemare con l'arrivo della Prima Guerra Mondiale e il relativo blocco delle importazioni di zucchero. Ma Francesco ha un'intuizione geniale: sostituisce lo zucchero con il miele, arricchendo ulteriormente il sapore dei dolci. Nel 1919 a Francesco succede il figlio Paolo. Il fiorente periodo prosegue e culmina nel 1927 con l'inizio della produzione industriale del gianduiotto, nato ufficialmente a Torino nel 1865. Nel 1935 Paolo compra la Enea Sperlari, specializzata nella produzione del torrone, e l'anno successivo si cimenta nella preparazione di gelati. Una scommessa vinta: ancora oggi troviamo i gelati della Pernigotti. Nel 1944 un bombardamento distrugge la fabbrica che viene immediatamente ricostruita, dove tutt'ora ha sede l'azienda. La nuova e rinnovata fabbrica offre ulteriori e fertili opportunità di crescita. La crisi inizia negli anni Ottanta e porterà alla cessione della Sperlari nel 1981 agli americani della H.J. Heinz Company. Poi nel 1995 Stefano, succeduto al padre Paolo, perde in un incidente entrambi i figli e, rimasto senza eredi, cede la società alla famiglia Averna (quella del famoso amaro). L'11 luglio 2013 la famiglia Averna vende l'azienda al gruppo turco Toksoz, che ieri ha deciso di chiudere i battenti dello stabilimento di Novi Ligure. 

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