Un predatore sessuale seriale, a cui era stato imposto di stare alla larga dalle scuole, mentre era in attesa di una sentenza che il 7 ottobre lo ha condannato a sei anni di reclusione per atti sessuali nei confronti di una bambina di sette anni. Ha mentito per essere assunto come animatore in un campeggio dell’Umbria e qui, ad agosto, è tornato a colpire. Vittima, una bimba di sei anni, che ha raccontato al papà l’orrore subìto. Poche frasi, inequivocabili, per spiegare che l’animatore del campeggio aveva abusato di lei. Così la vacanza in riva al lago Trasimeno, per la famigliola arrivata a trascorrere alcuni giorni nel cuore dell’estate è diventata un incubo. Nelle scorse ore è stato arrestato (ai domiciliari) l’uomo di 33 anni originario di Jesi (An) a cui nel processo appena concluso è stato riconosciuto anche un parziale vizio di mente.
Una vicenda amara, aggravata dai particolari che la Procura di Perugia – guidata da Raffaele Cantone – ha reso noti con l’esecuzione della misura cautelare emessa dal Gip Piercarlo Frabotta su richiesta del sostituto procuratore Mario Formisano. Due mesi di indagini che hanno portato gli inquirenti a chiudere il cerchio sull’uomo. L’orco-animatore avrebbe violentato la piccola attirandola in una stanza, durante una pausa dall’attività lavorativa. Fin troppo facile per lui approfittarsi della fiducia conquistata tra giochi e baby dance e trascinare la piccola nella trappola.
Quando la bambina ha rivelato al padre il suo fardello , il genitore ha chiesto l’intervento dei carabinieri che hanno svolto accertamenti, acquisendo anche la cartella clinica della bambina (subito visitata all’ospedale di Perugia) e sequestrando il telefono cellulare dell’uomo insieme agli indumenti e altro materiale trovati nella stanza. Continuando a scavare nello smartphone hanno trovato centinaia di immagini pedopornografiche. Questo elemento, unito ai riscontri delle tracce biologiche rinvenute sul materiale sequestrato ha completato il quadro, dando ulteriore forza al racconto della bambina.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia ha ritenuto "elevatissimo, attuale e concreto – è scritto nella decina di pagine di ordinanza cautelare – il pericolo di specifica reiterazione criminosa, avuto riguardo alla specifica modalità e circostanza dei fatti, connotati da inquietante spregiudicatezza e totale assenza di freni inibitori nel sottoporre ad atti sessuali minori in tenerissima età, ed alla negativa personalità dell’indagato". Che era gravato da un precedente specifico e "da uno stato mentale patologico che lo rende del tutto arrendevole alla devianza sessuale" della pedofilia.
Sara Minciaroni