Martedì 10 Giugno 2025
BEATRICE RASPA
Cronaca

Mai più stragi impunite in barca: il reato di omicidio nautico è legge. In arrivo pene fino a diciotto anni

La Camera approva il provvedimento che introduce la fattispecie nell’ordinamento italiano. Il ricordo della coppia morta sul lago di Garda nel 2021. Il presidente Fontana ha incontrato i parenti delle vittime

l presidente della Camera, Lorenzo Fontana, incontra la famiglia di una delle due vittime dell’incidente mortale sul lago di Garda nel 2021

Brescia, 21 settembre 2023 – Sono passati due anni da quando Umberto Garzarella, 37 anni, e Greta Nedrotti, 25, vennero falciati e uccisi dal Riva Acquarama di due turisti tedeschi, mentre in una caldissima sera d’estate erano fermi nel golfo di Salò sul loro gozzo in legno a guardare le stelle. Era il 19 giugno 2021. Da allora 143mila persone hanno firmato per introdurre nell’ordinamento giudiziario il reato di omicidio nautico, che da ieri è realtà. La Camera ha approvato all’unanimità e in via definitiva – 268 voti favorevoli, uno contrario e due astenuti – la proposta di legge che modifica gli articoli 589 bis, 589 ter, 590 bis e 590 ter, i quali rispettivamente ora rispondono alla voce di ‘Omicidio stradale e nautico’, ‘Fuga del conducente in caso di omicidio stradale e nautico’, ‘Lesioni stradali e nautiche gravi o gravissime’ e ‘Fuga del conducente in caso di lesioni stradali o nautiche’.

La legge, già votata in Senato lo scorso febbraio, è stata intitolata alla memoria dei fidanzati bresciani, il cui dramma ha imposto una riflessione collettiva sull’opportunità di equiparare le pene e le sanzioni per investimenti in acqua e in strada. Per l’incidente sul Garda il proprietario del motoscafo, Christian Teissman, manager 54enne di Monaco di Baviera, e l’amico coetaneo Patrick Kassen, che era ai comandi, sono stati condannati in primo grado rispettivamente a due anni e 11 mesi e a quattro anni e mezzo. Erano imputati di duplice omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso. Per la Procura sfrecciavano a folle velocità ed erano ubriachi, una contestazione sempre negata dai due, che ora, il prossimo 20 ottobre, affronteranno il processo d’appello.

“Con la nuova legge rischierebbero fino a 18 anni", ha dichiarato a Montecitorio – alla presenza della madre, della sorella e del cognato di Umberto Garzarella, commossi – l’onorevole bresciana Simona Bordonali (Lega), che per prima lanciò l’idea della modifica normativa, poi portata avanti dal senatore Alberto Balboni (FdI). "Dovevamo colmare un vuoto legislativo inaccettabile", ha sottolineato. Prima, infatti, uccidere violando i codici della navigazione integrava un omicidio colposo, punito al massimo con 5 anni di reclusione. D’ora in poi, le pene saranno comprese tra i due e i sette anni e in caso di omicidio plurimo si arriverà, appunto, a 18 anni. Con il conducente in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe, tra gli otto e i 12 anni. E ancora, prevista un’aggravante speciale per la fuga del conducente, con aumento della pena da uno a due terzi, e comunque non inferiore a 5 anni. Vengono estese le previsioni del Codice stradale per chi guida una barca da ubriaco o sotto effetto di droghe e ferisca qualcuno, che adesso rischia dai 3 ai 7 anni. E ancora: viene esteso all’omicidio nautico l’arresto in flagranza, evitabile solo se ci si ferma subito per attivare i soccorsi. Previsto d’ora in avanti l’arresto in flagranza (facoltativo) pure per le lesioni nautiche.

La novità è stata accolta con soddisfazione dai familiari delle vittime: "Purtroppo è una festa a denti stretti. A causa dei troppi ritardi nell’approvazione della legge gli omicidi della nostra unica figlia Greta e di Umberto hanno potuto beneficiare di una pena irrisoria", hanno fatto sapere Nadia e Raffaele Nedrotti. "Troppi incidenti sono rimasti sostanzialmente impuniti e sanzionati con pene irrisorie. Troppe volte le forze dell’ordine sono rimaste impotenti davanti all’arroganza delle barche di lusso. Troppe volte abbiamo assistito inermi al mancato rispetto dei nostri laghi, mari e fiumi. Certo, l’inasprimento delle pene confessa il fallimento delle risorse educative: confidiamo che sia implementata già dalla scuole la diffusione della cultura nautica e del rispetto per la vita. A noi hanno ucciso la nostra unica figlia Greta e hanno inflitto il massimo della pena con condanna a vita. Per la nostra tragedia questa legge è un piccolo conforto: non servirà al nostro caso, ma forse ad altre famiglie per evitare di sopportare oltre alla perdita di un congiunto anche le difese becere come quelle che ci tocca leggere anche ora in sede di appello e che ci feriscono ancora".